Ma la destra animalista è davvero peggio della sinistra? Con B. Balsamo, L. Caffo e G. Devetag
Ma la destra animalista è davvero peggio della sinistra? Con B. Balsamo, L. Caffo e G. Devetag
Ma la destra animalista è davvero peggio della sinistra? Con B. Balsamo, L. Caffo e G. Devetag
Ho ascoltato con interesse, anche il vociare dei bambini.
Per la causa animale va bene tutto (anche Ceronetti).
È insopportabile vivere nell’angoscia dell’impotenza di fronte alla sofferenza animale, così non mi otturerò il naso se nasce l’associazione all’interno dei radicali e se il loro partito proporrà (ma perché non da subito nel convegno, mi pare di dopodomani?)
delle leggi per la causa animale.
E li voterò pure, se la causa animale sarà al primo posto nel loro prossimo programma elettorale.
Ma ho ancora la cicatrice della scottatura di quando li votai nei primi anni settanta quando i radicali si travestirono da sessantottini.
Nella loro storia i radicali hanno sempre avuto buon naso nel fiutare voti.
È giunto il momento di quelli degli animalisti.
Ah ah, grandi, ammirevoli volponi 😉
Caro Pasquale, i promotori di questa associazione radicale siamo io, Francesco Pullia e Leonardo Caffo. Secondo te lo facciamo per gli animali o perché siamo a caccia di voti? In secondo luogo, i radicali per ora non ci si stanno filando nemmeno di striscio, altro che “fiutare voti”! Quindi mi sa che con questo commento hai proprio toppato su tutta la linea 🙂
e allora, cara Giovanna, provo a ritoppare, siete voi a fare il filo ai radicali, liberissimi naturalmente…
e in bocca, ehm, alla volpe 😉
Giovanna: Pasquale è il top, adoralo 🙂
Il filo ai radicali? Mah…no, nemmeno questo è vero, perlomeno non per quanto mi riguarda. Si sono aperti degli spazi lì, e mi sembra opportuno e interessante occuparli per la causa animale. Staremo a vedere che succede 🙂
Scusami, Giovanna, la mia indelicatezza nel risponderti.
Ma il mio post, anche se irriverente nei confronti dei radicali (beh, se lo meritano),
era sincero, voterò i radicali se ecc.
E se voi creerete un’associazione ‘radicale’ utile alla causa animale, ne sarò felice.
Ma figurati, nessun problema. Quanto al votarli, aspetta di vedere come si comportano con noi 😉
Io trovo questa intervista, sinceramente, sconfortante.
Le superficialità di Caffo, certamente dovute alla foga di chi vuole difendere gli animali, sono politicamente davvero fuorvianti, per me. E producono, peraltro, dialoghi come quello di questi commenti, in cui si parla dei radicali dimenticando che sono un partito ultraliberista che si è distinto nel volere abolire l’art. 18 prima che qualcuno ancora iniziasse a concepire un simile attacco ai lavoratori. Gente a cui sputare in faccia, altro che chiedergli di occuparsi di animali (ognuno ovviamente poi fa quello che ritiene più sensato). Ma la sottovalutazione della questione deriva, Leonardo, esattamente dal modo in cui tu, nell’intervista, tratti le beghe animaliste / antispeciste. Sappiamo tutti che gli scazzi nel “movimento” esistono anche per futili motivi, ma esistono anche per motivi politici, e motivi seri, come è serio il posto di lavoro di un operaio, cosa che un animalismo borghese fa proprio fatica a capire (e sai bene che neanche io mi vergogno a definirmi animalista, e che non sono convinto neanche io della parolina magica “caput” per spiegare certi nessi 😉 ). Da questo derivano affermazioni paradossali: un comunista, un anarco-primitivista e un altro ancora (non ricordo quale altra variante) che si scannano in una stanza, come se ciò equivalesse allo scontro ed alla differenza politica fra fascismo e antifascismo. Questo è banalizzare le questioni che hanno un’origine storica e politica. Per es., comunisti e anarchici hanno finora convissuto – anche benino – nell’ambito antispecista. Una falce e martello non è mai come una celtica, per un anarchico, e ci sono dei motivi precisi. Una a cerchiata non è come una celtica, per un comunista, sempre per motivi precisi. E penso anche che siano dei buoni motivi. Se non lo sono, davvero aboliamo la distinzione destra-sinistra, no? Dici che l’animalismo può essere di destra. Certo, su un piano logico questo è vero, ma la politica è un’altra cosa. E allora ricordiamo che l’animalismo (neanche l’antispecismo) è un’idea di uguaglianza. Confusa, forse, ma è un’idea che entra in contraddizione con la destra, finchè la destra non avrà elaborato (se ci riesce) un animalismo di destra. Affermare che la contrapposizione fra centri sociali e fascisti è senza fondamento, significa non avere mai frequentato nè gli uni nè gli altri: certo, tante persone non sanno perchè sono da una parte o dall’altra, ma i rispettivi campi politici esistono e hanno ragione di esistere. Poi si può dire di essere “di sinistra”, ma la logica è quella degli animalisti apolitici: pur di “liberare” animali, tutto fa brodo. Pur di liberare animali si può dire che le ideologie sono qualcosa di “antropocentrico”. E liquidarle così. Siamo poco oltre il “piove, governo ladro”. E invece, se c’è qualcosa da denunciare, negli episodi del corteo anti-Harlan, è il come ci si è arrivati, cioè non affrontando, nei contenuti, la differenza fra destra e sinistra in relazione all’antispecismo, al di là dei facili slogan che tu giustamente prendi poco in considerazione come tali. Ma se ragioniamo come fai tu qui, non facciamo un buon servizio alla causa della chiarezza. Per es., non si può dire che Michela Vittoria Brambilla andrebbe bene se facesse qualcosa di antispecista, ma siamo sicuri che non lo farà, senza chiedersi perchè esserne così sicuri. E’ esattamente questa la domanda: perchè una politica che esprime determinate forze (elettorali e di pensiero) non può “dire qualcosa di antispecista”? Ci sono dei motivi, o è che è cattivella lei? Penso che dopo il corteo di Correzzana, siamo in un momento delicato, un momento in cui si possono creare semplicemente dei muri che quasi nessuno capirà, e alla fine le tue “analisi” finiranno per rivelarsi più giuste di quanto siano adesso. Ma è anche un momento in cui potremmo sfruttare l’occasione per riflettere davvero sull’animalismo politico e non. Ma non con questa logica che, francamente, mi pare proprio qualunquista.
Ciao Marco, grazie per essere passato.
1) Certo io parlo solo dal punto di vista logico, non sono in grado di fare valutazioni politiche (è un mio limite che ormai è evidente un po’ a tutti, ma amen);
2) Io sono per l’antispecismo politico, e tu lo sai. Sono per il rifiuto di ogni discriminazione, e tu lo sai. Sono antifascista, e tuo lo sai. Ho solo paura che a furia di essere queste cose ci si scordi di essere animalisti e ci si persa in etichette;
3) Secondo me la distinzione destra/sinistra va abolita quando arriviamo sul piano dell’antispecismo che sovverte, a mio avviso, le vecchie fazioni (e ne crea nuove, ainoi);
4) Sapevo che avrei suscitato critiche, e lo speravo. Io credo che questo sia un buon momento per parlare e chiarirsi su cosa davvero vogliamo;
5) Io non dico che le contrapposizioni tra fasci e centri sociali ecc. sono senza fondamento! Dico solo che entro certe battaglie locali oer gli animali alcune contrapposizioni vanno riviste;
6) Sono l’ultima persona che può e vuole difendere la destra estrema;
dunque grazie per essere passato. Anche Barbara X era perplessa dalle mie dichiarazioni, qualora tu e lei voleste dibattere sullo stesso tema per liberi.tv esprimeno idee diverse dalle mie mi farebbe molto piacere e vi ascolterei volentieri,
un abbraccio.
L.
Secondo me esiste un animalismo di destra che, semplicemente, non è antispecismo. Mi sembra un’osservazione certo molto banale, ma veritiera.
Ragazzi che si riconoscono (molti giovanissimi, solo per bisogno di appartenenza ad un gruppo senza nemmeno averlo compreso fino in fondo, altro fattore che non sottovaluterei) in gruppetti o associazioni di destra e che mostrano una sincera apertura ed empatia verso gli animali, ma che inneggiano all’omofobia o mostrano atteggiamenti razzisti sono, purtroppo, una realtà.
Ora, il punto è che se uno di cui sopra dichiara di voler liberare gli animali (non umani) e si definisce animalista in questo senso, c’è da poco da contraddirlo.
Quello che a queste persone andrebbe spiegato è che l’antispecismo invece è tutto un altro paio di maniche. E un antispecismo di destra (parlo sempre di una destra razzista, omofoba ecc., e chiarirei pure che non tutta la destra è così) non può coesistere con gli ideali di una società liberata in cui tutti sono considerati eguali e con gli stessi diritti.
Poi un’ultima osservazione, anch’essa banale, ma che a molti sfugge come concetto.
Il fascismo, nell’estensione del suo significato terminologico, è anche una maniera di dire, di porsi, oltre che il riconoscimento in una precisa prassi politica che fa riferimento a determinati valori e ad una precisa ideologia. E, sinceramente, ho conosciuto spesso fascisti di sinistra. Persone che non appena sentono che non voti comunista o giù di lì son pronte ad etichettarti come fascista. Persone che nei fatti discriminano ed assumono atteggiamenti violenti. Persone che credono che appunto basti simpatizzare per la sinistra per scongiurare il rischio di essere fascisti.
Hai voglia invece a dichiararti di sinistra se poi, in manifestazione, urli ad altre persone che dovrebbero finire nelle foibe.
Quindi forse, al di là delle inveterate distinzioni tra destra e sinistra, bisognerebbe insistere a chiarire la distinzione tra animalismo ed antispecismo.
Distinzione che certo non risolve il problema perché poi il fine della liberazione animale rimane condiviso e quindi bisogna accettare se, per raggiungere questo fine, si può accettare di manifestare con accanto uno che appartiene alla destra estrema.
Finisco con una domandina, anch’essa sciocca, ma ultimamente sto cercando nelle mie conversazioni di far sparire il mio “io” come soggetto e di metterci quello dell’animale; agli animali secondo voi importerebbe di chi li libera? Se di destra, di sinistra, di altro? Io penso proprio di no. Ma la domanda non è questa. La vera domanda è: può il semplice animalismo collimare con l’antispecismo? Ossia, può talvolta un antispecista essere solo animalista?
Caro Marco, dentro i radicali convivono molte posizioni diverse. Prova ne è il fatto che la nostra associazione, che sarà riconosciuta da Radical Italiani, avrà posizioni antitetiche a quelle dell’associazione Coscioni, anch’essa appartenente alla galassia radicale, in merito alla sperimentazione animale. Questo significa essere libertari. Mi chiedo se lo stesso sarebbe stato possibile dentro il PD, o SEL, o altri. Ne approfitto per dirti che se vorrai esporre le tue argomentazioni in merito ad animalismo di destra e sinistra su liberi tv, sarò ben lieta di ospitarti.
Ciao, sinceramente non mi riferivo alle posizioni sulla vivisezione. Su quello so bene che le posizioni dei radicali sono fra le peggiori in assoluto, ma francamente non lo trovo così scandaloso, perchè per ora il tema è un tema poco affrontato, quindi nei partiti può accadere un po’ di tutto, anche che voi riusciate a smuovere qualcosina su questo (ma non illudetevi troppo, eh 😉 ). Mi riferivo alle posizioni sullo sfruttamento umano. Su quelle le posizioni, i temi, anche molte sfumature sono chiare da tempo. E le posizioni del partito radicale ne fanno evidentemente un nemico dei lavoratori/trici. Poi possono anche essere “animalisti”, magari, ma al momento è ben più grave e indicativo essere contro l’art. 18 che essere a favore della vivisezione. Leggo dal vostro appello alla costituente ecc. ecc.: “una visione sociale autenticamente ispirata all’elaborazione nonviolenta capitiniana e, pertanto, nettamente antitetica a qualsiasi forma di sfruttamento”. Ecco, come si possa pensare che nel partito radicale possa venire fuori qualcosa di antitetico ad ogni forma di sfruttamento, mi sfugge, francamente. Poi, certo, non è che dentro PD o SEL sia facile portare la voce degli animali, anzi. Ma questo è un altro paio di maniche.
Ciao Leo, rispondo brevemente a te, seguendo i tuoi punti (e intanto ti ringrazio di avere risposto in modo analitico al mio commento un po’ di pancia)
1) Sì, penso sia un tuo limite, e non penso sia in sè scandaloso. Senza livore critico nei confronti di liberitv, allora il punto diventa “perchè chiamare un filosofo analitico” senza preparazione politica per parlare di questo tema? Proprio a livello giornalistico, mi pare poco serio. Come dire, quando esce un articolo su determinati temi, io sono curioso di sapere cosa ne pensa Caffo, ma dopo i fatti di Correzzana non molto, sinceramente.
2) Queste precisazioni hanno secondo me poco senso. E’ come qualche membro dei centopercento (scusami il paragone destabilizzante, da prendersi in senso molto lato) che dice che lui personalmente è antirazzista. Cioè, so benissimo (io, perchè ti conosco) come sei tu, ma non è questo il punto. Il punto è cosa dici pubblicamente. Non si può dire “sono per l’antispecismo politico” (qualunque cosa esso sia…) e poi quando, praticamente per la prima volta, accade un fatto che ci costringe a misurarci direttamente con questo, praticamente stare dall’altra parte, cioè da quella dell’antispecismo “non politico”. Allora che significa “sono per l’antispecismo politico”? Ciononostante, capisco bene il tuo timore che ci si dimentichi degli animali, e in parte lo condivido anche.
3) Questo mi trova proprio in disaccordo. Un conto è dire che l’antispecismo sovverte queste due categorie (ed altre) costringendoci a rivederle, un conto è dire che spariscono di fronte all’antispecismo. E’ molto diverso. Nel secondo caso questo può portare (e tu infatti lo hai fatto) a riproporre, in salsa antispecista, la teoria degli opposti estremismi, riguardo a fascismo e antifascismo.
4) Non condivido il metodo, se è questo che dici, di “spararla grossa” per aprire il dibattito. Non in linea di massima, almeno. Ma qui è anche diverso, perchè le cose erano già state “sparate” più “grosse”, perchè ci sono stati dei fatti precisi e delle polemiche susseguenti. Non è mica il tuo intervento che suscita il dibattito. Il dibattito c’è già dal 20 ottobre, soltanto che come dibattito fa schifo, ahimè. Ma perchè il dibattito si alzi di livello, toccando i veri nodi, non servono interventi così, anzi, temo siano controproducenti.
5) Qui mi sembra che rettifichi e ammetti quanto io dico in 3.
6) Anche qui, trovo irrilevante la cosa. Se gli atti che fai (azioni o, in questo caso, parole) hanno l’effetto di difendere la destra estrema, è questo che conta. E secondo me qui un pochino lo hai fatto. Poi nessuno pensa che lo fai perchè ami la destra estrema, ovvio (per me).
Comunque, sono contento che sia emerso questo scambio di opinioni. Davvero, nei prossimi tempi è bene che si rifletta seriamente su questi temi, certo senza scannarsi sulle etichette.
A presto
Ciao Marco, provo, non sono sicuro di riuscire, a risponderti anche io.
1) Credo che la puntata di Liberi.tv avesse l’intento proprio di mettere insieme le posizioni di una attivista (Barbara) con quelle di un “filosofo” (forse) che ragiona in modo diverso. Comunque a me premeva dire qualcosa sull’argomento ma come hai visto, credo, io dico subito che non parlo di Corezzana per vari motivi, ma cerco di astrarre più in generale su cosa voglia dire oggi essere antispecisti. Io credo esistano vari tipi di antispecismi anche in pratica, e oggi non è più possibile riunirsi sotto la bandiera di un unico antispecismo e forse, questo, porterà anche ad uno specializzarsi dei corte diversamente antispecistii;
2) Beh io però nel video, forse si sente male, dico che sono assolutamente contrario al pensiero di destra e, quando Barbara racconta cosa hanno fatto alcuni, prendo le ditanze chiaramente. Tuttavia, proprio per il motivo detto in (1), ovvero che esistono vari tipi di antispecimi, alcuni potenzialmente anche destrosi, io mi chiedo se entro cortei che sembrano avere, almeno per la stampa e non solo, funzione locale “animalista”, abbia senso scontrarsi per implicazioni, per altro attualmente infondate. umaniste, dell’antispecismo;
3) Non credo di essermi spiegato bene. Mi scuso. Io credo che le vecchie categorie, in ambito antispecista, assumano forma nuova. Perché, per rientrare dentro la categoria, almeno apparentemente, anche gli opposti hanno un nucleo comune “la liberazione degli animali” ma si dividono su altre: “il modo, o la volontà, di liberare gli umani (da cosa poi?)” – la mia domanda è: in certi casi, e solo e soltanto in certi casi che riguardano il nucleo comune, quale strategia è effettivamente migliore e a lungo e corto raggio per gli animali? la divisione o l’unione? parliamone.
4) Non credo di averla sparata grossa per aprire il dibattito, almeno non più del solito. Credo solo di aver detto qualcosa di non attualmente largamente condiviso. Mi spiego: io non ho difeso un antispecismo apolitico, ma un particolare tipo di antispecismo politico. Visto che, lo sai ma ci si ragiona poco e in questo siete complici molti di voi che ne parlate come se fosse una cosa sola, esistono inifnite varietà di antispecismo politico io ho solo, umilmente, rilanciato in ambito pratico la proposta debole che, all’epoca di minima e moralia (terzo antispecismo), ti trovava anche daccordo: non avendo certezza che l’antispecismo possa fungere da traino per la liberazione umana abbiamo il dovere, innanzitutto e perlopiù, di curarci della liberazione animale pur rimanendo profondamente critici nei confronti del sistema di sfruttamento dell’umano;
5) NON CAPISCO, PASSO AVANTI;
6) Non credo, a meno di travisare del tutto, che il mio discorso possa difendere la destra estrema. Se c’è qualcuno che voglio difendere sono gli animali dagli animalisti e questo è chiaro nel video. Mai avrei pensato un tempo che certe volte, e troppo spesso, sono gli animalisti i peggiori amici degli animali;
Comunque rimangono aperte molte delle critiche che mi fai, io non pretendo di rispondere a tutte o di essere nella ragione in una fase embrionale del pensiero che sto cercando di portare avanti,
grazie dunque per il dibattito che so, tra post di wordpress, rimanere monco e del tutto insoddisfacente. Ma, come dicono alcuni, meglio di nulla.
baci.
Caro Marco,
scusa ma visto che nomini liberi tv mi sento chiamata in causa assieme agli altri miei amici che ci lavorano: innanzitutto parlare di giornalismo mi sembra del tutto fuori luogo. Liberi tv è una tv interamente gestita da volontari che ci lavorano nel tempo libero, animati esclusivamente da passione politica. E’ superfluo, credo, dire che non solo non prendiamo una lira per quello che facciamo, ma spesso sottraiamo tempo ed energia ad altre attività lavorative e non. Io personalmente nella vita faccio con soddisfazione e passione un altro mestiere, e non ho alcuna ambizione di tipo giornalistico. Mi è stata data l’opportunità di usare questo spazio per parlare di antispecismo e cerco di farlo al meglio delle mie possibilità. Essere o diventare una giornalista professionista, te l’assicuro, è l’ultima ma proprio l’ultima delle mie aspirazioni. In secondo luogo, davvero trasecolo a leggere che Leonardo non sarebbe stato adatto a intervenire in una trasmissione sull’antispecismo politico. Forse che Leonardo non è uno dei filosofi e attivisti italiani più vivaci e presenti al momento sulla scena dell’antispecismo? Forse che non è interessante sentire la sua opinione a riguardo? Forse non ti sei accorto che nella trasmissione c’era anche Barbara Balsamo che, al contrario di Leonardo, ha assunto posizioni dichiaratamente “politiche” nel senso con cui tu, mi pare, utilizzi l’aggettivo e ha comunque espresso idee che mi sembrano più vicine alle tue? Lo scopo della puntata, come giustamente ha detto Leonardo, era proprio quello di mettere a confronto due modi – parzialmente? Totalmente?- diversi di intendere e interpretare l’attivismo per la liberazione animale. Aggiungo che era stato invitato anche Marco Maurizi che purtroppo non è riuscito a liberarsi da un precedente impegno, ma spero che a breve riusciremo a sentire anche lui per poter proseguire il dibattito. Infine, scusa se te lo dico, ma il fatto che siamo una tv gestita da volontari e non da giornalisti ti dovrebbe anche essere evidente a seguito del fatto che ti ho invitato a dire la tua in una futura trasmissione. Con tutto il rispetto, non credo che un giornalista professionista all’interno di una trasmissione giornalistica con tutti i crismi ti concederebbe mezz’ora di spazio per dire quello che ti pare. Naturalmente ti auguro con tutto il cuore di essere quanto prima intervistato dalla CNN. Non lo dico con sarcasmo, significherebbe che la causa della liberazione animale ha davvero fatto breccia. Con simpatia, Giovanna
Giovanna, scusa ma sembra che parlo arabo. Quando mai ho parlato di giornalismo professionista o addirittura di aspirazioni di carriera giornalistica? Ho soltanto detto che non condividevo una scelta, che peraltro siete liberi di fare e rifare. Non nascondiamoci dietro un dito: certe attività sono di tipo giornalistico, almeno in parte. Dunque io posso esprimere il mio giudizio se siano giornalisticamente buone o cattive, e accettare o meno inviti valutando quella che è (secondo me) il livello di serietà. Non tiriamo per favore fuori le pietose questioni relative al volontariato. Qua siamo tutti volontari, grosso modo, “per gli animali”, e questo non giustifica nulla. Se una cosa è criticabile si critica lo stesso, senza che questo implichi disprezzo per il lavoro (volontario) altrui. Quindi, per favore, non provarci neanche ad usare questo “argomento”. Il punto è che io ho detto che secondo me Leo non era la persona più adatta, e che lo si è visto da quello che ha detto. Tutto qui. Tu (e Leo che ha accettato) non siete ovviamente d’accordo, che problema c’è? Leo è uno dei filosofi più attivi (ma non degli attivisti più presenti, per la precisione) in Italia, ma è uno di quelli con minor preparazione politica, a mio modesto parere (come gli ho detto sopra). E’ vero? non è vero? secondo me il tema destra-sinistra lo ha affrontat in modo superficiale, non a caso. E glielo ho detto.Se ne parla, si vede in che cosa è superficiale, in alcune cose non era così superficiale come dicevo io (vedi sua ultima risposta), e si procede. C’era anche Barbara, e infatti io non ho criticato la sua presenza. Ma ripeto: anche quando critico la presenza dell’altro ospite mica voglio dirvi come volete fare. Esprimo la mia critica alla vostra “linea” giornalistica (di fatto di questo si tratta), ed attribuisco a questa linea alcune storture del dibattito. E’ una cosa normale, come quando si vede un dibattito in tv, si sente un tizio che dice cose che ci lasciano perplesse e si dice “quante cagate che dice”, e poi si dice “certo che anche loro non potevano invitare caio su questo tema?”. Siccome però qui siamo tutti martiri della causa animale, sembra che si tratti di chissà quale attacco. Quanto allo spazio giornalistico, a me è successo di avere mezz’ora in libertà per dire quello che mi pareva da giornalisti professionisti (niente CNN, ahimè, roba da poco). Grazie comunque, so bene che è un’offerta fatto nello spirito dell’apertura alle voci diverse, e questo di per sè è buon giornalismo 😉
si ma infatti almeno tra “Noi” cerchiamo di discutere sui punti perché nei forum/blog si rischia di discutere litigiosamente perché non si capisce il tono. Grazie Marco, ma magari pensa seriamente a parlarne con Giovanna su Liberi.tv (se entrambi ne avete voglia.) a presto.
una risposta rapida a Leo sul punto che più mi preme. Innanzitutto, hai centrato un punto importante, che era secondo me la cosa più apprezzabile dell’intervista: esistono diversi antispecismi, e diversi antispecismi politici. Poi: secondo me nel punto 4 ti sfugge ancora, come a molti, la differenza fra aprire nessi e collegamenti senza avere una teoria unificante e parlare solo di animali. Un conto è negare che esista una teoria unificante di sfruttamento animale e umano, un conto è negare che esistano punti di contatto fra i temi, punti di contatto che sono tutti da esplorare, ma che stiamo iniziando ad esplorare (anche da tempo, peraltro: pensa ad alcune femministe). Allora, un conto è dire: siccome io non posso dimostrare (neanch ein senso lato) che lo sfruttamento animale non può essere abbattuto permandendo quello umano, siccome non posso neanche dimostrare che si può abbattere il secondo senza abbattere il primo, allora parlo solo di non umani, mi occupo solo di loro, ecc.. Un conto è dire: ci sono dei nessi fra i due fenomeni, parliamone, discutiamoli, scopriamoli, e soprattutto mettiamoli in campo nell’azione politica per gli animali, ma facciamolo senza partire dall’idea forte di cui sopra (liberazione animale e umana sovrapponibili in toto).
ti assicuro che, seppur con certe riserve, su questo concordiamo. Le connessioni vanne esplorate e scoperte, l’importante è non spacciare l’incerto per il certo.
Scusa, Marco, ho forse detto che siccome siamo volontari non siamo criticabili? Ovviamente puoi dire mille volte che Leonardo per te ha detto cose sbagliate, così come posso averle dette io, o Barbara o chiunque altro abbia parlato in una delle trasmissioni. Noi in quanto individui e attivisti. Ma parlare di “linea giornalistica”, neanche fossimo il TG1 o La Repubblica, se permetti, mi fa un po’ ridere, perché presuppone ci sia l’intento di far passare una precisa linea politica a discapito di altre. Ribadisco che alla trasmissione doveva partecipare anche Maurizi, che non ha potuto per ragioni personali. In passato l’ho intervistato più volte, così come ho intervistato Alessandra Colla che non necessariamente condivide le nostre idee, e Massimo Filippi. E sicuramente avevo in mente di fare altre puntate intervistando altri protagonisti del dibattito attuale sull’animalismo, senza preclusioni di sorta. Le puntate si organizzano spesso sul momento con chi è disponibile tra gli invitati. Ora, puoi benissimo non condividere nemmeno una virgola di ciò che ha detto Leonardo, ci mancherebbe altro, ma sostenere addirittura che secondo te lui non doveva essere invitato a dire la sua in quanto non sufficientemente preparato sull’antispecismo politico, beh, francamente, mi sembra un po’ spararla grossa. Non è che Leonardo nella vita si occupi di oroscopi, eh? E’ l’esponente di una corrente di antispecismo che può non piacere, che si può non condividere, ma che mi sembra abbia una sua dignità di esistere alla pari di tutte le altre. Potrei capire la tua critica se avessi invitato solo lui senza alcun tipo di contraddittorio, e se non avessi la minima intenzione di dare spazio ad altre opinioni, ma visto che così non è, le tue critiche (NON sui contenuti di quello che ciascuno di noi ha detto, ribadisco, ma sull’esistenza di una precisa linea giornalistico/politica) mi sembrano alquanto infondate. Poi, non faccio certo mistero del fatto che sto facendo nascere quest’associazione assieme ai radicali, di cui peraltro condivido moltissime altre battaglie (in primis antiproibizionismo, carceri, diritti civili, ecc.), e che personalmente non mi posso definire esattamente una marxista, ma dialogo con tutti e, anzi, per me è un grandissimo piacere intellettuale oltre che un onore potere scambiare opinioni con marxisti intelligenti e preparati come Maurizi e altri.
beh, sì, praticamente hai detto che in quanto volontari siete meno criticabili, ma lasciamo stare. Con “linea giornalistica” non si intende un parolone da TG1, ma una cosa più semplice, e cioè il vostro modo di fare giornalismo (perchè fate giornalismo). Tutto qui. Leonardo non si occupa di oroscopi ma di antispecismo? Certo, ma quanto ad antifascismo e centri sociali, tanto per dirne una, non mi sembra molto ferrato. Questo non significa che non può parlare e dire anche cose intelligenti, soltanto che io non lo avrei invitato in quel contesto, in quel modo. Le cose che ha detto sui centri sociali, per es., sono secondo me del livello della stampa mainstream, anzi peggio, sono più o meno le cose che dice qui a Milano De Corato. De Corato lo fa perchè è un nemico dei cs, e quindi in malafede, Caffo perchè non ne sa molto, il che è ben diverso (tanto per dire che non gli sto dando del De Corato 😉 ). Ma resta il fatto che non ne sa, e si vede. Comunque, come “giornalisti” dovreste invece prendervi più sul serio, perchè voi, come tanti altri, fate un lavoro utile al movimento, quiundi perchè non parlare tranquillamente di “linea”? (che non significa far passare questa opinione e quella no)
caro Leonardo, sono Giona. Mi preme risponderti su un punto specifico.
Tu ti interroghi sulla efficacia strategica nell’ambito della (semplifico) “liberazione animale” della divisione degli attivisti in categorie politiche che ,ad oggi, hanno più a che fare con le lotte sociali degli umani.
di fatto questo apre la possibilità a un’idea di “fronte comune”.
mi trovo fortemente in disaccordo anche solo con la possibilità che una cosa del genere esista e te lo argomento brevemente:
-la causa a favore della liberazione animale è molto giovane, rispetto almeno alle lotte sociali intraumane. ha introdotto sicuramente nuove modalità sia del pensiero che dell’azione rispetto a quest’ultime e sono anche d’accordo sulla non sovrapponibilità totale. ma di fatto sono un’evoluzione del pensiero che da antropocentrato si allarga all’altro da se. in virtù di questo credo non sia stupido evidenziare e anche cercare una continuità storica, non cristallizata, dinamica, tra le lotte, i pensieri formanti e le pratiche di liberazione umana (dal giogo del lavoro salariato, dalla discriminazione sociale, razziale, di genere, dall’oppressione culturale delle religioni etc…)
allora diventa evidente che una matura, aperta, critica, non-identitaria scelta di campo vada operata. non credo assolutamente nel superamento della dicotomia destrasinistra che come già detto va molto di moda ultimamente, per una serie di motivi che richiederebbero molto tempo e parole.
per riportare tutto a un livello molto pratico:
penseresti sia eticamente accettabile partecipare ad un corteo contro la speculazione finanziaria e la crisi economica al fianco di antisemiti che sostengono la tesi del complotto ebraico globale?
prenderesti parte ad un corteo contro israele e a fianco del popolo palestinese che include elementi che nascondono sotto la cappa dell’antisionismo il pugnale dell’antisemitismo?
lavoreresti ad un libro collettivo contro la globalizzazione e il liberismo selvaggio che include testi nazionalisti e xenofobi?
(ci sono delle forzature nei paragoni, me ne rendo conto, ma credo siano solo leggere iperboli e non sopravvalutazioni strumentali)
se la risposta è no allora mi chiedo, perchè se invece parliamo di non-umani dovremmo lasciare aperta una porticina e abbassare la guardia di fronte a possibili derive fascistoidi? per pura strategia? fare numero? e pensiamo che il fare numero in questo modo serva veramente a smuovere gradatamente le coscienze , a portare gli individui a ragionare con la propria testa e realizzare l’orrore senza fine dello sfruttamento animale?
fermo restando che capisco molto bene l’urgenza e il sentimento di empatia forte che ti muovono e lo apprezzo molto.
ciao giona.
devo dire che condivido la tua analisi, e che ho già detto altrove che devo essermi espresso male perché sono completamente contrario all’infiltrazione di fascisti nel movimento sempre e comunque.
ho chiarito cosa intendevo qui: https://asinusnovus.wordpress.com/2012/11/21/elisabetta-angelin-intervista-leonardo-caffo/
e non posso che concordare su escludere xenofobi, antisemiti, ecc.
la mia tesi è molto più banale: ovvero che nel dubbio delle implicazioni umaniste della liberazione animale dobbiamo riportare al centro quello.
e sono dispiaciuto, e mi scuso, che siano emerse le cose che dici dalla mia interviste. le ho rinnegate più volte e anche dopo
a presto e grazie.
pardon Leo mi ero perso il seguito!