-
Asinus Novus: spazio interdisciplinare di ricerca sull'antispecismo. Un progetto culturale sulle forme di liberazione, la prima rivista italiana di "Animal Studies", le notizie dal mondo dell'attivismo e, soprattutto, Altro.
--
ISSN 2240-7367 English Papers
Abbonati ad Animal Studies
-
Archivio di Asinus.
I più letti di recente
- Animali al sud: una constatazione, una sommessa proposta
- Gesù e la compassione per gli animali: un breve esempio, Matteo 18.1-10
- Interludio: preludio giocoso-evenemenziale
- Il carneplastico
- L'antispecismo: uno, nessuno, centomila
- Non resta che far torto o patirlo, ovvero perché dovete essere favorevoli alla sperimentazione animale
Animal Studies (Novalogos)
Spazio Life
I nostri eventi
Sono (quasi) completamente in disaccordo.
Un pollo anencefalico non è un pollo, non è senziente, non ha interessi e quindi non ha diritti. Non è diverso da una pianta mentre conserva solo l’aspetto dell’animale.
Abbiamo il diritto di creare esseri senza cervello? Certo, se non si violano i diritti non vedo perché non dovremmo, a meno di non mettere in gioco dogmi tipicamente cristiani come “la sacralità della vita”, o il cliché del “giocare a fare Dio”.
Infine, non vedo significative differenze tra il nascere naturalmente anencefalici (ma che vuol dire “naturalmente”?) e il progettare l’essere anencefalico. Il risultato è lo stesso e cioè niente di significativo, un oggetto che si muove.
Perché non mangiarlo?
Concordo con te: nessuna vita è sacra. E la carne umana potrebbe essere la più “adatta” al nostro tipo di organismo: che facciamo, progettiamo bambini anencefalici? Oddio, no!, risponderemo tutti: credenti e non credenti.
Si nasce “naturalmente” anencefalici quando una madre, senza nessuna manipolazione del feto, partorisce un figlio anencefalico.
In linea teorica, non vedrei problemi nel mangiare carne di bambini anencefalici, perchè non sono bambini, non sono umani, non sono tantomeno persone. L’appartenenza genetica ad una qualsivoglia specie non è di per sé una linea di demarcazione, non deve esserlo.
Ovviamente stiamo parlando di un esperimento mentale: difficilmente riuscirei, in pratica, a mettere in bocca un pezzo di carne di un essere simile all’uomo ma senza nessuna capacità sensibile, e probabilmente mi riuscirebbe difficile farlo anche con il pollo anencefalico,
Ma ripeto, sono fermamente convinto che se non si hanno interessi non si hanno diritti, a prescindere dalla specie di appartenenza, proprio come credo che, a prescindere dalla specie di appartenenza, ad eguali interessi corrispondono eguali diritti.
Poiché sei fermamente convinto che il diritto debba essere derivato dall’interesse, puoi approvare il fine ma non il mezzo (per ottenere esseri “senza diritti”, dovremmo prima calpestare quelli di chi, a tuo parere, già ne avrebbe): ma, tolto il mezzo, non rimane più nemmeno il fine. Io, comunque, non riesco più a vederli così separati, non tanto perché condanni il “giocare a fare Dio” come estremo atto di hýbris, quanto perché mi pare l’ennesimo tentativo di disporre del vivente a piacimento, un rafforzarsi dello sguardo padronale.
Si certo, il mezzo non lo approverei…
Non è sbagliato disporre del vivente a proprio piacimento, se quel vivente non è senziente in nessun modo, anzi direi che è necessario per aumentare l’utilità marginale…
Comunque stiamo parlando di aria fritta dato che sono cose al di fuori di ogni contesto pratico =D
L’unico modo. L’una cosa fattibile affinchè nessun animale soffra per esser poi mangiato o utilizzato per fini commerciali è semplicemente NON MANGIARE NULLA CHE SIA DI ORIGINE ANIMALE.