Gli animali sono persone?

Domanda dal Breviario

Mi sembra abbastanza opinabile considerare gli animali “persone non umane”, a meno che non abbiamo concetti diversi di “persona”. Mi pare di evincere da ciò che scrivete che secondo una visione antispecista gli animali dovrebbero essere considerati soggetti al pari delle persone (ma ripeto, potrei non aver capito nulla) e mi pare una visione un po’ distaccata dalla realtà.

Legata a una concezione della realtà che astrae e ipostatizza dualisticamente Natura e Spirito come sostanze separate, secondo una tradizione che deriva alla tradizione occidentale da René Descartes e da Platone, la contrapposizione fra “persone” e “cose” ha la sua origine nella forma di vita dell’uomo separata dalla Natura e dagli altri viventi e conflittuale e dominiale nei loro confronti, inglobata consapevolmente nell’episteme soggettivistica-umanistica dell’epoca moderna.
Il termine “persona” si è imposto in questa accezione contrappositiva a partire da una corrente etimologia latina errata: si è associato “persona” alla maschera teatrale e al personaggio. Da questa etimologia si è passati a collegare la “persona” al ruolo destinato all’uomo all’interno del cosmo nel pensiero stoico, o nella giurisprudenza romana al soggetto di diritti in contrapposizione allo schiavo e rispetto a tutto il resto, ridotto a suo oggetto di possesso o di dominio.
Si è così intesa la nozione di persona come esclusivamente legata all’uomo, in quanto unico vivente dotato di razionalità, intelligenza, volontà e libertà, ed estesa poi all’idea di un Dio “personale” che possiederebbe al massimo grado tali attributi. In questa accezione semantica si tratta di una nozione interna ad un umanismo, ad una prospettiva antropocentrica e antropomorfa, specista e di dominio della Natura e degli altri viventi di altre specie, ridotti a cose a disposizione dell’arbitrio e dell’uso dell’uomo che ne decreta a piacimento la vita, lo sfruttamento, l’imprigionamento, la morte o lo sterminio. Seppure usata soprattutto nell’ambito del “personalismo” filosofico cristiano o cattolico, tale nozione di persona, insieme a quella di soggetto, è centrale per tutta una serie di discipline, dall’epistemologia alle scienze, dall’etica alla teologia.
Tuttavia, se si risale oltre l’etimologia indoeuropea fino alla primitiva radice sumero-accadica seguendo Giovanni Semerano, si individua nel termine “persona” il più generale significato di “parte” (pars) da “parsu” o “persu”, con suffisso “ona” corrispondente all’accadico “anu”: persona indica cioè l’essere parte di un tutto non separabile, l’essere partecipe di una totalità di cui è specchio o immagine, un essere parte del mondo della Natura e non contrapposto ad essa. Da questo punto di vista, l’idea di persona non può essere esclusivamente legata all’uomo, né contrapposta all’idea di altri viventi non umani o di Natura.
E’ solo questa l’unica accezione semantica di persona che sia eticamente accettabile e che permetta di liberarsi da una filosofia dualista che ancora faceva distinguere ad Immanuel Kant un “regno dei fini”, come comunità delle persone, dal mondo dei fenomeni naturali.
Tutta la Natura è persona di cui avere cura: non c’è una categoria ontologica di persona, distinta dalle cose, di cui solo bisogna avere cura, ma è la cura, l’amore che ci fonda come persone, che ci rivela la dimensione personale di tutto, della totalità dell’altro, dal filo d’erba al verme, dalla canna al più piccolo fuoco o calore vitale.
La concezione arcaica della Natura la considerava come un organismo vivente e animato, come una grande madre divina. E tale concezione arcaica, riconoscendo la Natura come una madre, era evidentemente una concezione “personalistica” della Natura. L’animismo arcaico ci faceva considerare tutti gli esseri viventi come persone; solo la concezione meccanicistica della Natura, sviluppata nel 1600-1700, funzionale al dominio tecnico della Natura da parte dell’uomo ha ridotto gli esseri non-umani a cose.
In questa prospettiva tutti i viventi umani e non umani vanno considerati come parti di una stessa Natura, persone, come soggetti di diritti; anzi, ogni parte della Natura non è più oggetto rispetto ad un soggetto umano, ma è persona, soggetto di diritti. La Natura non è più la manifestazione di forze “impersonali” e cieche, non ci sono più “cose” a disposizione dell’uomo: la Natura è “personale” o relazione di persone. Le Scienze della Natura possono tornare ad essere Scienze della Persona.

Consiglio di lettura:

E. A. R. Giannetto, “La natura come persona”, in AAVV, Scienze della persona. Perché?, Rubbettino, Soveria Mannelli 2006

Comments
One Response to “Gli animali sono persone?”
  1. Rita ha detto:

    !

    Bene. Imparo e faccio tesoro di quanto leggo.

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