Le menzogne della “buona carne”
di Rita Ciatti
Avete visto? …
L’ottanta per cento dei suini allevati nell’Unione Europea subisce la castrazione chirurgica a sole poche settimane dalla nascita: un’operazione che in molti paesi viene affettuata senza anestesia e che, oltre ad una menomazione permanente, procura dolore, forte malessere ed affaticamento anche nei giorni successivi, specie in caso di mancata somministrazione di analgesici, ossia quasi sempre, in fondo si tratta solo di “carne da macello” e trattare tutti i “capi” farmacologicamente comporterebbe un dispendio di denaro troppo ingente.
In Finlandia ad esempio quasi il 40 per cento dei suini viene castrato mediante la lacerazione dei testicoli affettuata senza anestesia, né somministrazione di analgesici, nonostante il Ministero finlandese per l’Agricoltura e le Foreste abbia rilasciato il 5 novembre 2010 un documento in cui si dichiara che la castrazione – quale sia la maniera in cui venga effettuata, con le mani, con le pinze o con un coltello – è pratica molto dolorosa, anche per i lattonzoli di appena una settimana (molto curioso in effetti il luogo comune che vorrebbe che i cuccioli appena nati soffrano meno degli adulti).
A fronte quindi di quello che viene considerato un maltrattamento vero e proprio – persino all’interno di un sistema che comunque considera l’animale come mera risorsa economica – la Commissione Europea sta discutendo un provvedimento legislativo con il quale, a partire dal primo gennaio 2018, si vieterebbe la castrazione chirurgica dei suini mentre lo studio di altri sistemi meno invasivi potrebbe essere preso in esame.
La proposta dell’Unione Europea mirata a vietare la castrazione sta però suscitando diverse polemiche tra gli allevatori perché senza tale operazione i consumatori di carne di maiale potrebbero avvertire la presenza di un ormone denominato androstenone, causa di un odore particolarmente disgustoso e ciò porterebbe ad un calo delle vendite che avrebbe sicuramente ripercussioni negative sull’intero mercato, come si può leggere nell’articolo pubblicato in data odierna su Il Corriere della Sera on line: questo.
Ora, una notizia del genere non può che rallegrare noi antispecisti, a doppio titolo: primo, ben vengano tutti i provvedimenti che, pur senza arrivare ancora, purtroppo, a scardinare il sistema di sfruttamento degli animali, li salvaguardano comunque un minimo da ulteriori sofferenze psichiche e fisiche; secondo, se la carne di un essere senziente iniziasse ad essere percepita dalla maggioranza come riprovevole al palato, forse questo potrebbe essere il primo vero passo in direzione di un ribaltamento prospettico teso a mettere in discussione la considerazione degli animali come fonte di “cibo”.
Dispiace invece constatare come la notizia venga trattata da uno dei principali quotidiani nazionali, quale appunto il sopracitato Il Corriere della Sera, nella sola ottica di sfruttamento del vivente a fini economici così da indurre la medesima ricezione nel lettore, mentre si rimuove e tace completamente qualsiasi riferimento volto a considerare la sofferenza ed il dolore di questi splendidi – sì, splendidi – animali. L’autrice dell’articolo in questione, Roberta Villa, arriva addirittura ad augurarsi che, così come “i bambini possono imparare ad apprezzare sapori che inizialmente rifiutano, gli europei riusciranno forse a gustare la carne di maiali dei quali sia preservata tutta la virilità.”.
Ora, la domanda che io vorrei porre alla gentile giornalista è questa: è davvero di così vitale importanza continuare a mangiare carne di maiale? Non sarebbe forse più opportuno riflettere sulla costante manipolazione e rimozione del vivente che è necessario effettuare affinché la gente continui a mangiare – senza sensi di colpa e con gusto – gli animali?
Trattamenti a base di ozono o con altri elementi chimici per eliminare gli aspetti più sgradevoli della carne cruda e per combattere agenti patogeni o evitare l’insorgere di muffe e lieviti , eliminazione tramite castrazione della presenza di ormoni causa di odori sgradevoli, aggiunta di aromi naturali e spezie per insaporire le carni, delocalizzazione dei macelli rispetto ai centri abitati così da tenere il più lontano possibile dalla vista lo spettacolo della violenza quotidiana, trattamento in post-produzione delle foto pubblicitarie che ritraggono pezzi di animali morti affinché il colore del sangue sia meno “disturbante” alla vista, tutti espedienti volti in sostanza a far dimenticare l’orrore che si cela dietro il semplice, banale gesto – appunto la banalità del male, direbbe la Arendt – dell’acquisto della fettina di carne. Tutto ciò non dovrebbe far riflettere su quanto sia totalmente folle – ed anche naturalmente riprovevole vista la necessità di occultare tutti i processi che precedono l’arrivo sul mercato fino all’ottenimento di una “materia” che contiene ben poco della violenza originaria cui è stato sottoposto il vivente dalla quale proviene – continuare a nutrirsi di esseri viventi?
Bravissima Rita. Bello scritto davvero.
Bra-va!
Grazie mille carissime. 🙂
“L’ottanta per cento dei suini allevati nell’Unione Europea subisce la castrazione chirurgica a sole poche settimane dalla nascita: un’operazione che in molti paesi viene affettuata senza anestesia e che, oltre ad una menomazione permanente, procura dolore, forte malessere ed affaticamento anche nei giorni successivi, specie in caso di mancata somministrazione di analgesici, ossia quasi sempre, in fondo si tratta solo di “carne da macello” e trattare tutti i “capi” farmacologicamente comporterebbe un dispendio di denaro troppo ingente.”
Assolutamente non vero, l’ho effettuate più volte personalmente come studente di Veterinaria e posso assicurare che l’animale non sente nulla. Viene effettuata solo e solamente nelle prime ora di vita dove il suinetto non sente dolore (come tutti i neonati di qualunque animale – uomo compreso – che hanno una soglia del dolore molto alta come protezione). Si fa un piccolo taglio e si estrae il testicolo, l’animale durante l’operazione non si muove e non si lamenta (l’anestesia sarebbe superflua), esce pochissimo sangue (qualche goccia) e il taglio si rimargina molto velocemente (si spruzza un pò di disinfettante). Per la castrazione in età avanzata (ho effettuato anche quella personalmente), l’animale si addormenta … anche perchè sarebbe impossibile effettuare l’operazione.
“(molto curioso in effetti il luogo comune che vorrebbe che i cuccioli appena nati soffrano meno degli adulti).” non è un luogo comune, ma una difesa naturale.
Il fatto che i suinetti del video si agitino è che non amano essere presi in mano ovviamente. Quelli che ho castrato io inoltre erano più giovani e molti neanche se ne accorgevano.
@ matteomm
In rete ho trovato diversi articoli che riportano informazioni diverse, come nel caso del documento rilasciato dal Ministero Finlandese.
I maialini del video non si limitatano ad agitarsi e basta, urlano proprio.
Comunque sia, dolore o meno della castrazione, non ti sembra che sia ci già tanto orrore anche nel semplice fatto che questi esseri senzienti siano destinati ad essere macellati? O la tua esperienza come studente di veterinaria ti dice forse che i maiali non sono esseri senzienti in grado di provare dolore e sofferenza psichica?
Non mi sembra che i neonati provino meno dolore, anzi direi che il dolore ed il piacere siano le uniche esperienze in grado di provare nelle prime settimane di vita, non avendo ancora una complessità mentale tale da elaborare in maniera astratta ciò che li circonda. Ad ogni modo nessuno si sognerebbe di pratica interventi sui neonati senza anestesia, o di castrarli per poi poterne gustare le carni.
bellissimo articolo. da diffondere. grazie Rita
Stavo per preparare una risposta, ma quando sono arrivato a questo ” Ad ogni modo nessuno si sognerebbe di pratica interventi sui neonati senza anestesia, o di castrarli per poi poterne gustare le carni.” ho deciso di non provarci neanche. […]
Gentile matteomm
questo non è il bar dello sport, le persone entrano qui per discutere seriamente e dialogare pacatamente senza mettere in dubbio l’intelligenza e/o la buona fede dei propri interlocutori. Se vorrà formulare i suoi pensieri senza offendere gli altri utenti saremo ben lieti di dare loro spazio. Altrimenti c’è sempre il salotto di Maria De Filppi.
Admin
Un consiglio: quando si oscura un’offesa come quella di Matteomm è sempre meglio fare una fotografia (in gergo: screen) o rimuovere interamente il commento e conservarlo nel cestino. Questo perché capita sovente che chi è abituato a frequentare spazi web dove l’offesa è la norma, non è più in grado di riconoscerla come tale. E poi magari va in giro a raccontare di essere stato “censurato” o allontanato senza motivo.
Non ho assolutamente offeso nessuno ma ho solo ipotizzato, in ogni caso non vedo cosa c’entrano le teorie antispeciste con il mio discorso. Se cominciamo a tirare fuori “lo faresti a tuo figlio” o “perchè non mangi tuo figlio invece del suinetto” non vedo nessuna premessa per mettere su un discorso costruttivo.
Inoltre curioso che citiate il salotto di Maria De Filippi che insieme a Forum di Rita Dalla Chiesa e a qualche altro programma spazzatura sono i luoghi prediletti per monologhi di basso animalismo e antispecismo.
La invito a leggere meglio i commenti degli altri o a smettere di guardare i programmi spazzatura che lei cita. Rita non ha affatto detto “lo faresti a tuo figlio”, argomento effettivamente stupido. Rita ha parlato genericamente di neonati, paragonandoli ai cuccioli di suino. Se il paragone la offende al punto da impedirle di argomentare con pacatezza, forse è meglio che torni davanti alla tv a rafforzare i suoi pregiudizi.
l’alternativa secca (o/o) non lascia una terza possibilità logica, dunque se i corni dell’alternativa sono entrambi peggiorativi (stupido/in mala fede) la sua è, non solo tecnicamente, un’offesa. Ma se non è convinto la invito ad uscire in strada ed apostrofare il primo che passa dicendo: “lei è o un pedofilo o un mafioso…ma lo dico solo per ipotesi” e poi vedremo come andrà la causa per ingiuria. buona fortuna!
temo che lei confonda animalismo e antispecismo (che, tra l’altro, sono cose diverse) con la zoofilia e il protezionismo, che sono cose ancora diverse. Ad ogni modo, anche se fosse così, proprio perché in questo blog non si fanno “monologhi di basso animalismo”, il tono della discussione deve sempre essere sereno e i toni vanno mantenuti ragionevolmente bassi.
….interventi sui neonati senza anestesia, o di castrarli per poi poterne gustare le carni… voleva esattamente dire quello. “Argomento effettivamente stupido” beh meno male.
grazie Rita
la tua sensibilità e la tua intelligenza infastidiscono tutti coloro che hanno come unico punto di riferimento piccoli e noiosi sè stessi.
ottimo articolo.
No, non voleva affatto dire quello, mi dispiace. Umani e suini appartengono entrambi alla classe mammalia, dunque non è chiaro perché castrare un maialetto dovrebbe essere una passeggiata per lo stesso mentre una qualsiasi operazione chirurgica su un neonato umano dovrebbe causargli un dolore infinitamente maggiore. Inoltre qui il male lo risparmieremmo volentieri ad entrambi, nessuno lo sta augurando a nessuno.
Appunto. Il concetto che volevo esprimere era esattamente questo: così come non farei mai del male ad un neonato umano, vorrei che non lo si facesse nemmeno ai cuccioli di altre specie.
Purtroppo c’è chi non vuol capire, come quelli che distorcono il pensiero di Singer dicendo che preferirebbe salvare uno scimpanzé invece di un neonato.
Grazie Serena per il tuo intervento. 🙂
e
Grazie Giovanna, Marco e Lauralu.
Caro Matteom, questo è un sito antispecista e gli articoli degli autori esprimono e riflettono una visione antispecista.
La prego, come le ha già suggerito Marco Maurizi, di informarsi meglio su cosa si intenda per antispecismo. Non è certo paragonabile alla zoofilia diffusa nei salotti da lei menzionati – che peraltro non seguo, avendo compiuto la scelta alcuni anni fa di non guardare la televisione.
L’analogia sui neonati significa questo: come non farei mai del male ad un neonato, cucciolo della specie umana, la stessa cui appartengo, non farei mai nemmeno del male a nessun altro cucciolo di nessun’altra specie. Lotto per un mondo senza sfruttamento del vivente e per vivente intendo tanto gli animali umani quanto i non umani. Lotto per liberare anche lei, caro Matteom, da questo sfruttamento perché stia pur sicuro che finché verrà considerato normale imprigionare, allevare, torturare, uccidere gli animali non umani, ci sarà pur sempre qualcuno che considererà legittimo poterlo fare sugli umani, come di fatto avviene, sebbene in forme diverse. Le radici dello sfruttamento del vivente sono infatti le medesime. E lo sfruttamento non è un concetto che si trova in natura (gli animali non umani predatori infatti si nutrono per necessità biologica di altri animali, non per business o per divertimento o per cultura e non li allevano, né rinchiudono in gabbie ecc.), bensì un costrutto sociale. (Marco docet! :-))
La prossima volta comunque caro Matteom la invito ad essere meno supponente. Chiudersi al dialogo con l’altro non è mai buona norma, soprattutto quando l’altro è palesemente frainteso o letto con poca pregiudizievole attenzione.