La mente che non mente

di Valentina Sonzogni

“Gli animali non sono macchine, il loro comportamento non può essere interpretato attraverso degli automatismi. I concetti di istinto e di condizionamento vanno superati perché ogni espressione animale è il frutto di uno stato mentale. Riflettere sulla mente animale significa avere una nuova chiave di lettura per comprendere il comportamento e poter contare su nuovi modelli applicativi sui processi di apprendimento.”

 Roberto Marchesini

 Cos’è la zooantropologia? E come funzionano la mente animale, umana e non umana? Come possiamo re-impostare e correggere il rapporto di mutua assistenza e amicizia tra uomo e animale (il cane, in questo caso in particolare?)

La conferenza dal titolo “Mente animale” svoltasi domenica 17 marzo, sotto un’insolita coltre di neve al Museo Regionale di Scienze naturali di Torino, ha posto alcuni quesiti e introdotto a un pubblico, composto non solo da generici amanti degli animali o da preparati antispecisti, alcune tematiche rilevanti per la battaglia di liberazione degli animali umani e non umani.

Lo zooantropologo Roberto Marchesini è un affabulatore nato. Oratore divertente e divertito, ha utilizzato nella sua introduzione ai fondamentali dell’interazione uomo-animale, un’aneddotica amplissima che scaturisce dalla sua esperienza di educatore cinofilo.

La zooantropologia si occupa, infatti, di ridefinire concettualmente, con evidenti ricadute nella pratica, la relazione tra animale umano e non umano in modo che, secondo Marchesini, entrambe le parti di questo rapporto, possano trarne il massimo beneficio.

L’attenzione rivolta a questo tipo di inter-specismo e l’interdisciplinarietà di questa pratica potrebbero davvero far sì che il metodo marchesiniano diventi un caso di best practice nella non facile ridefinizione dei ruoli in una possibile battaglia anti-specista prima e nell’affermazione di un’etica a-specista poi.

Leonardo Caffo non è stato un affabulatore da meno. Riportando il tono della conferenza dal tema colloquiale dell’animale domestico alla filosofia dell’altro tra identità e differenza, Caffo è riuscito a coinvolgere il suddetto pubblico eterogeneo in un elettrizzante viaggio nella filosofia detta “continentale” e nello sguardo che essa ha saputo, ma spesso non ha potuto, gettare sulla questione dell’animalità dall’animot di Derrida al quodlibet di Agamben, passando per l’utilitarismo di Singer spiegato attraverso il dilemma del treno in corsa e Homer Simpson.

Ma Caffo, e noi lo sappiamo bene, è fatto così e ama procedere per percorsi impervi, graditi dal pubblico che lo ha applaudito lungamente.

Gli altri interventi hanno portato alla luce varie questioni legate alla comunicazione e alla percezione dell’animale non umano nella società e nei media. Interessante è stato il commosso intervento della giornalista Antonella Mariotti de La Stampa che, nel raccontare la personale difficoltà — quotidiana come il giornale sul quale scrive — a far accettare articoli che riguardino l’animale in quanto tale e non pet, ha raccontato del suo dolore per la realtà degli allevamenti intensivi.

Vari enti di protezione animale come la Lega per la difesa del cane e la Questura di Torino hanno illustrato i problemi legati alla gestione e al miglioramento degli ex canili ormai trasformati in rifugi e del traffico dei cuccioli di cane. Infine il veterinario Sergio Canello ha raccontato, con qualche perplessità tra i meno informati nel pubblico e tra quelli sempre pronti a gridare allo scandalo quando le superstizioni popolari vengono smantellate, che i cani possono seguire una dieta basata sulle proteine vegetali. Del resto, poiché gli animali alimentati con altri animali provenienti da allevamento intensivo risentono, ovviamente, dei residui di farmaci che restano nelle carni, la conclusione del Dott. Canello non ci appare così strana.

L’apparente limite di questa conferenza, ovvero l’eterogeneità dei temi e dei relatori proposti al pubblico, potrebbe rivelarsi in realtà la forza di quello che andrebbe analizzato e forse introiettato in quanto eccellente modello di divulgazione di alcune tematiche che ci stanno a cuore.

Comments
One Response to “La mente che non mente”
Trackbacks
Check out what others are saying...


%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: