Attivismo di base, antispecismo, filosofia e azione

di Barbara Balsamo – Presidente Per Animalia Veritas

Il mio breve e umile discorso è rivolto sostanzialmente agli attivisti e a tutti coloro che dedicano la loro esistenza alla liberazione animale con impegno, costanza, sacrificio e abnegazione.

Quando qualche anno fa ho scoperto i movimenti di liberazione animale, quando ho iniziato a documentarmi e informarmi sulla miriade di realtà legate al veganismo e all’antispecismo ho iniziato a pormi seriamente delle domande, che necessitavano e necessitano tuttora delle risposte. Intorno alla questione animale, fortunatamente, operano una moltitudine di filosofi e studiosi da un lato e attivisti e militanti dall’altro. Spesso però con approcci diversi, a volte divergenti, e altre volte addirittura non comunicanti.

Oggi la filosofia antispecista sta facendo passi da gigante. Nuove teorie, nuovi approcci e prospettive. Soprattutto nuove proposte. In ognuna di queste intravedo un interesse comune, un desiderio unanime: organicità e corrispondenza con l’azione. Il mio modesto intervento si inserisce in questo contesto. Infatti come attivista mi sono spesso domandata quale fosse la strategia giusta o migliore per arrivare alla liberazione totale.
Dopo aver letto l’ultimo successo di Marco Maurizi credo di aver individuato una possibile strada da percorrere. Infatti “Al di là della natura” si presenta non solo come un testo filosofico di pregio, puntuale, preciso e rigoroso ma da vita a tutta una serie di ragionamenti che prefigurano una concreta e realizzabile alternativa.
Il presupposto alle mie esternazioni si poggia sulla convinzione che non potrà mai esistere un vero ARA (Animal Rights Activist) se questo non si documenta, interroga, informa non solo in merito ai teorici e alle loro riflessioni sull’antispecismo ma soprattutto sul mondo in cui viviamo, sul sistema, le strutture e le relazioni sociali di cui è costituito. Il sapere non è solo libresco, specifico o scientifico è anche indagine, esplorazione delle dinamiche sociali, politiche e soprattutto economiche delle civiltà che viviamo, Europa, America, mondo.
A partire dunque dagli approcci filosofici, in particolare quelli di un antispecismo politico, gli ARA dovrebbero ambire a un GRANDE UNICO movimento per una concreta liberazione totale. Per arrivare a questo non possiamo limitarci a trovare soluzioni “in contingenza” ma programmare e pianificare azioni costituite da idee coerenti fondate sulla conoscenza del reale nelle sue forme e nellle sue fallaci strutture.

Per poterci permettere una lotta “a testa alta” dobbiamo conoscere le dinamiche della nostra società. I discorsi astratti (ben diversi da quelli filosofici) non sono più sufficienti e a volte si sono anche dimostrati inadeguati. Ecco allora che l’antispecismo di cui parlo si trasforma in militanza, in un approccio politico che non si sofferma più su aspetti singoli del fenomeno ma guarda alla sua interezza all’interno del sistema di dominio.

Come attivisti una delle prime cosa su cui fare chiarezza è il veganismo. Oggi c’è molta confusione su cosa sia davvero essere vegani. Se è vero che un antispecista è un attivista, è certamente anche vegano, come scelta individuale di coerenza che si inserisce in una collettività, in un movimento. Cosa ben diversa è il veganismo come scelta semplicemente individuale (per non parlare di scelta alimentare che lascia il tempo che trova e che a mio avviso è alla stregua del macrobiotico o di qualunque altra fissazione dietetica del momento).
Veganismo è attivismo, impegno, engagement, missione. Dunque ribadisco che se è vero che un attivista antispecista è evidentemente vegano non è assolutamente vero il contrario.
Scegliamo dove vogliamo stare e cosa abbiamo intenzione di fare. La battaglia per la liberazione totale passa attraverso il nostro stile di vita (veganismo) proponendo un’idea (antispecismo politico) che si tramuta in azione (attivismo – ARA).

Proponendo un antispecismo politico dovremmo cercare di unire i movimenti che si prefiggono gli stessi obiettivi: liberazione animale, scardinamento del sistema del dominio, liberazione umana come conseguenza necessaria. Non possiamo limitarci a citare Singer, Regan e tutti i filosofi morali (anche se sia chiaro, sono fondamentali e essenziali), dobbiamo iniziare ad agire consapevolmente e strategicamente per pretendere un cambiamento, una rivoluzione certamente ardua, difficile, lontana nel tempo ma non impossibile. Dobbiamo iniziare a mostrare sicurezza, fermezza decisione e forza.

Considerando che tutti i movimenti esistenti di lotta ai sistemi del dominio hanno sicuramente una maggiore possibilità di comprendere le motivazioni intrinseche dell’antispecismo noi attivisti dovremmo cercare di sensibilizzarli, avvicinarli nell’intento di portarli a condividere con noi i nostri assunti. Questo perché ci darà maggiore sostegno, maggiori possibilità di movimento. Su questo punto Leonardo Caffo, ha delle perplessità (invito tutti a leggere dialogo tra un antispecista politico e un antispecista debole) . Tuttavia io credo che anche se non è dimostrabile che una liberazione umana dal sistema di sfruttamento e di dominio porti automaticamente alla liberazione animale le alternative che ci troviamo di fronte non ci lasciano grande margine di scelta. E siccome una delle nostre ambizioni è la progressiva emancipazione umana e un auspicabile affrancamento da una cultura antropocentrica e di dominio sono convinta che sia necessario iniziare a coinvolgere proprio quei movimenti che già contestano questi sistemi.

La formazione, l’informazione e la RI-educazione sono uno degli strumenti più efficaci a nostra disposizione. Iniziamo quindi a conoscere per informare, coinvolgere, denunciare. Iniziamo ad agire, laddove agire vuol dire anche dare l’esempio, un esempio di coerenza, di fermezza. RIappropriamoci degli spazi pubblici: non siamo degli outsiders, siamo esseri umani che danno voce a chi non ne ha. Facciamolo con determinazione. Pretendiamo i nostri spazi!
Dobbiamo eliminare lo spontaneismo, promuovere iniziative e campagne pubbliche. Abbiamo diritto di alzare le nostre voci. Facciamolo!

Troppo spesso noi ARA siamo tacciati di violenti, terroristi, estremisti. Noi siamo radicali non estremisti, usiamo la forza non la violenza, l’azione diretta non il terrorismo. Diciamolo forte, andiamone fieri! Non dobbiamo avere paura. La paura è una delle armi che la società usa per opprimere, non solo gli ARA ma chiunque dissenta dal pensiero dominante. Pensiero strutturato e azione sono le due faccie di una stessa medaglia che se mantenute rigorosamente e coerentemente unite ci renderanno un grande movimento di liberazione totale.

Per Animalia Veritas nasce con questi intenti. In particolare contrastare sistematicamente il mondo degli allevamenti. Molte altre autorevoli associazioni lo fanno egregiamente. Allora uniamoci, condividiamo le nostre esperienze. Interrompiamo il meccanismo di autoreferenzialità in cui siamo imprigionati e usciamo alla luce del giorno, forti e consapevoli di non essere soli ma di essere tanti coordinati, determinati.
Riabilitiamo il ruolo di chi fa liberazione. La protesta sovversiva non è delinquenziale! È azione diretta così come la disobbedienza civile. Come dice Leonardo Caffo, attraverso la disobbedienza esercitiamo non solo un nostro diritto ma imponiamo le nostre idee. Contestiamo il sistema senza cedere.

Una delle nostre battaglie infine dovrebbe proporre delle alternative effettive all’abolizione di tutti i tipi di sfruttamento animale. Spesso ci viene sottolineato che le nostre sono delle mere utopie poiché irrealizzabili. Uno studio sistematico e interdisciplinare invece ci attesta che si può avere un mondo senza allevamenti e sfruttamento, che ci sono soluzioni concrete per una liberazione animale. Esponiamole. Dobbiamo smantellare il sistema dall’interno non distruggendo ma edificando un possibile mondo migliore per tutti!

Se le nostre voci si alzeranno unanimi convinte e con proposte concrete riusciremo a colpire l’industria della morte, riusciremo a eliminare lo sfruttamento animale, riusciremo a liberarli tutti!! Dobbiamo crederci. Volere è potere, il nostro potere è volere!

 

 

Comments
One Response to “Attivismo di base, antispecismo, filosofia e azione”
  1. rita ha detto:

    Bellissimo articolo, forte, lucido, chiaro, essenziale.

    “La battaglia per la liberazione totale passa attraverso il nostro stile di vita (veganismo) proponendo un’idea (antispecismo politico) che si tramuta in azione (attivismo – ARA).”

    “Troppo spesso noi ARA siamo tacciati di violenti, terroristi, estremisti. Noi siamo radicali non estremisti, usiamo la forza non la violenza, l’azione diretta non il terrorismo”

    “Dobbiamo smantellare il sistema dall’interno non distruggendo ma edificando un possibile mondo migliore per tutti!”

    Potrei ugualmente sottoscrivere tantissime altre frasi di questo tuo discorso, ma queste tre mi sembrano proprio indicative di chi siamo e cosa ci proponiamo.

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