Recensione a “Flatus Vocis” per Mangialibri
Atto ed azione sono due concetti indissolubilmente legati anche se profondamente incompatibili. Carmelo Bene ha scritto che “nessun’azione può realizzare il suo scopo, se non si smarrisce nell’atto. L’atto, a sua volta, per compiersi in quanto evento immediato, deve dimenticare la finalità dell’azione […]”. Parte da questa suggestione l’interessante meditazione filosofica di Leonardo Caffo. Può l’uomo sciogliere le catene della gabbia in cui, metaforicamente, la società lo ha rinchiuso per tornare ad agire in modo animale? Esiste un modo per aprirci all’ “atto”, al gesto che trova in se stesso la propria giustificazione e ragion d’essere? Il bene è da considerare sempre lo scopo auspicabile di ogni singola azione del cittadino libero da ogni vincolo, libero di perseguire la sua legge morale, più vicino a quel mondo “animale” che noi stessi cerchiamo – a volte anche in maniera inconsapevole – di reprimere. Il cittadino deve trovare la sua dimensione, partecipare attivamente e consapevolmente al mondo che lo circonda, cercare di modificare gli aspetti della società che soffocano il nostro modo di essere “animale”…
Leonardo Caffo è dottorando di ricerca presso l’Università degli studi di Torino, si occupa – tra i suoi molteplici interessi – di teoria dell’azione e responsabilità morale. Il suo pamphlet si legge agevolmente, con estremo interesse, coinvolge il lettore, fa si che egli non sia solo passivamente interessato alle teorie che vengono esposte ma che sia pronto, curioso, di mettersi egli stesso in gioco. La lingua utilizzata è di facile comprensione anche per i non addetti ai lavori. La filosofia rompe le leggi non scritte dell’Accademia – quella di rivolgersi ai soli addetti ai lavori – e ci da la possibilità di riflettere sul nostro modo di vivere, di agire. La filosofia, come scrive Caffo, non cerca delle soluzioni. Pone costantemente domande, interrogativi, mette in crisi lo status quo e ci apre nuovi orizzonti, traiettorie diverse da quelle consuete e conosciute. “Provate a chiedere di meno, a nutrirvi di vegetali, a camminare di più a piedi, a parlare con la gente e a ritrovare un rapporto con la Natura di cui siamo parte. Poi cominciamo a non partecipare a caso ad un sistema politico complesso, chiediamo di più: proponiamoci noi stessi”, conclude – se mai in filosofia fosse possibile farlo – l’autore. Tocca a noi ogni giorno metterci in gioco.