Bimbi “sottovuoto”, e cervelli messi peggio

di Serena Contardi

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Affisso per la prima volta nel mese di dicembre in Via Oberdan a Pordenone, il manifesto dello scandalo – un bambolotto fatto a pezzi e incellophanato, a mo’ di scaloppine – approda ora a Grosseto, in zona stadio. Sul web e non solo sul web infuria per la seconda volta la polemica, ché la minestra riscaldata in fondo in fondo non dispiace a nessuno, e ci consente di prendere una boccata d’aria da queste elezioni, e scegliere un bersaglio diverso dai grillini.
Manco fossimo nei giorni della canicola, in cui il caldo torrido fiacca il fisico e i pensieri – l’avete visto il film di Ulrich Seidl? – , i commenti che capita di leggere a spasso per la rete danno adito al dubbio che ci sia nell’aria qualcosa di molto strano. “Provocazione disgustosa”, tuona qualcuno; “vegani vergognosi”, aggiunge un altro, “per difendere gli animali violano i diritti umani” (addirittura?!). Persino quei blogger così rari e preziosi, convinti che non essere politically correct significhi insultare tutti a casaccio e infilare bestemmie e volgarità ogni due o tre parole si son messi a strillare allo scandalo, farneticando di lasciar fuori dai nostri oscuri piani i “poveri bambini”. Gli stessi “poveri bambini” che non devono assolutamente vedere il sangue degli animali – vecchiaccia cattiva, cattiva Margherita Hack a proporre una visita guidata ai macelli! – e verrebbero certamente turbati dal cartellone di Cicciobello in vaschetta – oddio, e se poi diventano vegani? Magari anche gay… – , ma è giusto vadano a caccia coi propri padri e rischino di pigliarsi una pallottola in testa per crescere forti e sani e imparare la dura legge della vita e la catena alimentare – grazie Federfauna che ti indigni davanti a questo intollerabile atto di sovversione ontologica e nel frattanto vegli sul sacro ordine del creato invitandoci a non votare i politici che propongono di vietare il fucile ai minori.

Avrò il cervello in pappa a causa della mia assurda dieta (è risaputo, infatti, che vivere senza mangiare carne latte e uova è assolutamente impossibile), ma non riesco davvero a capire cosa ci sia di tanto impudico in quel pupattolo sottovuoto. Nemmeno è un bambino reale. Personalmente, la sola cosa che mi urta sta nell’imperativo: “diventa vegan”. Ho già spiegato perché qui (mi cito per pigrizia, non certo perché credo di dire qualcosa di particolarmente originale):

L’impressione che molti ricevono del movimento antispecista, sovente associato a qualche stramba chiesupola, è, per quanto errata, comprensibile. Ci si trova davanti ad un gruppo omologato e compatto, che tende a identificarsi con uno stile di vita – “il pacchetto vegan” – , che si risolve in una ferrea precettistica alimentare: così come accade per ogni dottrina. Go vegan!, ovvero: diventa come noi. I limiti (e i danni) del proselitismo fine a se stesso, che attivisti come Reggio e Maurizi – ma non sono i soli: pure io, timidamente, ci ho provato – si ostinano instancabilmente a mettere in luce, vengono perlopiù ignorati da gran parte degli attivisti, oppure – peggio ancora – accettati come veri senza che ciò produca alcun sostanziale ripensamento della prassi. Il massimo che si può sperare di ottenere, è un “vegano politicizzato”, ovvero un individuo che comprende il carattere sistemico dello sfruttamento ma, per una strana dissonanza, continua imperterrito a rivolgersi al singolo consumatore, suggerendogli (talvolta intimandogli) cosa mettere nel carrello. Per mancanza di un’alternativa immediatamente praticabile, si va avanti tale e quale a prima, sperando la mano di un deus ex-machina giunga un giorno benigna a risolvere la spinosa situazione. Persino Tom Regan ha sottolineato quanto sia illusorio credere che isolate modificazioni del consumo individuale possano, in un sistema come il nostro, condurre all’abolizione dello sfruttamento, e certo questo non può sfuggire all’occhio implacabile dell’osservatore disincantato: che vede nel vegano, probabilmente, un integralista dell’inutile, maniacalmente dedito a una serie di privazioni che non hanno alcuna presa sulla realtà. Ciò dovebbe portare, credo, a una consapevolezza tanto rognosa quanto necessaria, che stenta però a prodursi: insinuare che diventare vegan non sia “una scelta, ma un dovere”, è un’autentica sciocchezza, e, ciò che è più grave, una sciocchezza del tutto controproducente, perché ci priva di ogni possibile interlocutore.

Da notare, infine, l’insistenza con cui la stampa seguita a parlare di “spot dei vegani” (ehi, è lo spot di DUE associazioni vegane: Animalisti FVG e Campagne per gli animali), suggerendo l’idea di un coro unisono e lo scontato paragone con religioni e sette eccentriche. Ebbene sì, ci avete scoperti. Ma non è così male. Astensione dai cibi di origine animale dal lunedì alla domenica. Bagni nel latte di soya il venerdì. E il sabato, ah, il sabato…oro, piaceri e paradisi musulmani per tutti.

Comments
20 Responses to “Bimbi “sottovuoto”, e cervelli messi peggio”
  1. Gianni ha detto:

    Stupendo…niente da aggiungere

  2. rita ha detto:

    Grazie Serena. Ci voleva questo articolo.
    Comunque permettimi di dire che almeno certi commenti hanno ottenuto l’effetto di farmi fare una sana risata! 😀
    “I vegani violano i diritti umani” credo sia imbattibile. 😀
    La cosa assurda è che si vorrebbe proteggere i bambini, certo vedere un bambolotto di plastica fatto a pezzi immagino possa provocare chissà quale turbamento, mentre ovviamente servire cotolette d’agnello, alette di pollo, cosciotti di maiali o gamberi arrostiti non suscita nessuna meraviglia.
    E poi guai a parlare della realtà dei macelli, certe cose si fanno, ma non si dicono, ai bambini non si devono dire.
    Ipocrisia all’ennesima potenza!

    • Serena ha detto:

      Grazie a te, Rita!

      P.S.: Ma hai trovato delle chiamate mie, stamattina? Mi sono svegliata col cellulare sotto la pancia, e una telefonata aperta rivolta a te…

      • rita ha detto:

        Sì, in effetti sì e mi è preso un mezzo accidenti perché ho subito pensato che potesse essere successo qualcosa. 😀
        Poi però ho immaginato che doveva trattarsi di una chiamata partita involontariamente… tranquilla, è capitato anche a me. 😉

        A me comunque, per tornare nel tema, la campagna piace. Ci ho scritto due righe anche io, non potevo non dire la mia pure perché è da ieri che ne discuto (con lo stesso Fulvio anche…).

        Sostengo pure un’altra cosa: perché non spingere l’uomo medio (sintagma orribile) ad una ricezione di messaggi più complessi? Non trovo che sia intellettualismo, trovo che sia comunicazione certamente più elaborata, ma efficace anche per via dello scalpore mediatico che ne deriva. Le reazioni eccessive ci sarebbero state in ogni caso, ci sono sempre e comunque non appena si parla di veganismo e di antispecismo perché è il messaggio in sé che sciocca, ossia l’idea che si debbano rispettare tutte le specie, che si debba mettere in discussione il concetto del loro sfruttamento. Se la campagna ripugna non è nemmeno perché si sono tirati in ballo i bambini, ma proprio per l’assimilazione dell’uomo all’animale che, dai più, viene considerata degradante.

      • Serena ha detto:

        Io non riesco proprio a valutare se la campagna sia riuscita o no: leggendo pareri opposti ho trovato avessero tutti una parte di ragione (anche se, personalmente, mi sento più vicina a quel che diceva Michael Dall).
        Ho letto il tuo blog e sono piuttosto d’accordo con quanto sostieni, stavo anche per intervenire ma poi ho avuto l’impressione di trovare tra i commenti dei lettori un paio di battute ostili verso di me. Va be’.

  3. Fulvio Venanzini ha detto:

    Serena, te lo dico da vegano: questa campagna è stata una stronzata immane. Un autogol di quelli che fanno fare dieci passi indietro invece di uno in avanti.
    Potrei sintetizzare il mio pensiero dicendo che, qualora “la gente” fosse in grado di recepire un simile messaggio inq uqesta forma senza scandalizzarsi, allora non ci sarebbe motivo di fare alcuna campagna di sensibilizzazione animalista.
    Perché noi possiamo stare qui a masturbarci a vicenda su quanto siamo evoluti mentalmente e superiori all’uomo medio, capaci di queste iiziative provocatorie da biennale, ma questo non giova certo alla causa. Se vuoi arrivare al pubblico, all’uomo medio, devi parlare il suo linguaggio, non giocare sull’intellettualismo e sul lato “artistico”. Se si vuole scioccare, lo si faccia mostrando la verità, semmai, magari “orrida” ma inattaccabile. Oppure si mostrino animali liberi, si accostino vitelli e cagnolini, maialini e gatti – come infatti ho visto su altri carteli – insomma: il messaggio deve essee chiaro e semplice tanto che anche l’uomo più troglodita possa capirne il senso ed essere spinto a riflettere. Alla fine di marketing si tratta, e se si vuole avvicinare la gente a determinate tematiche bisogna farlo con astuzia e cautelae non usando ardite imagini da decifrare. Tirare in ballo I BAMBINI ( o richiamarli)? cosa c’è di più stupido? Si crea un muro e ci si complica la vita da soli; così facciamo il gioco di ci ci osteggia e passiamo per pazzi più di quanto già non ci considerino. Purtroppo quel che dico è dimostrato dalle dozzine di commenti leggibili sotto ogni articolo sulla questione. L’unico risultato ottenuto con questa campagna è che ora dobbiamo stare a difenderci da un’accusa in più, siccome avevamo già pochi problemi.

    • Serena ha detto:

      Fulvio, questa campagna non l’ho ideata io e nemmeno mi piace (non essendo esperta di comunicazione e marketing, non saprei dire se l’adagio “bene o male, l’importante è che se ne parli” sia vero e ‘sto manifesto possa risultare più efficace delle immagini solite – che, da trent’anni a questa parte, di risultati ne han prodotti davvero pochini): l’unico scopo di quanto scrivo è suscitare il dubbio che ci sia stato un eccesso di legittima difesa in certe reazioni scomposte, e magari spingere gli indignatissimi a domandarsene le ragioni. Ritirare i cartelli non si può, non ci resta che parlarne…

  4. Fulvio Venanzini ha detto:

    Lo so che non è stata un’idea tua, tranquilla. Però dovevo dire la mia. io non so quale sia il modo migliore ma di certo non è questo.

    • sdrammaturgo ha detto:

      Stavo giusto pensando che se al posto del bambolotto di un bambino ci avessero messo il bambolotto di un adulto, tipo il pupazzo di un ragioniere con occhiali e riga da una parte, il messaggio sarebbe rimasto inalterato e ci saremmo risparmiati facili critiche da parte dell’imbecille medio. Capirai, questi non vedono l’ora che je tocchi i bambini per poter urlare come la moglie del reverendo Lovejoy, e si sa che contro il cittadino stolto tocca giocare d’astuzia.

      • Serena ha detto:

        Quindi secondo te ‘sta campagna è stata un po’ controproducente? Forse, come dici, hanno sbagliato bambolotto: dovevano metterci l’Action Man.

      • sdrammaturgo ha detto:

        C’è da dire che la mia totale assenza di speranza mi fa ritenere che nessuna campagna sia producente. Non credo nella possibilità dell’essere umano di capire e cambiare.
        Rassegnazione patologica.
        In questo caso penso solo si sia prestato il fianco a facile retorica che poteva essere elusa con accorgimenti minimi.
        Poi col messaggio in sé della campagna sono pure d’accordo, ovviamente.

  5. Antonio ha detto:

    non mangio nè carne, nè pesce, ne latte e derivati. Volete chiamarmi vegan ? fate voi. Precisamente seguo la dieta alcalina del dott. Robert Young. Mi sento molto bene, e ho risolto un sacco di problemi, compreso la pressione alta negli occhi, per cui no prendo più colliri.
    Penso che l’articolo di Serena contenga un sacco di cose sbagliate, per me direi che sono delle stupidaggini, sopratutto quando scrive “Avrò il cervello in pappa a causa della mia assurda dieta (è risaputo, infatti, che vivere senza mangiar carne latte e uova è assolutamente impossibile”
    Questa notizia è assolutamente falsa, ma lo è tanto che mi viene da ridere 🙂

    In ogni caso a me non è piaciuto nemmeno il manifesto vegano. Io vivo la mia ottima condizione quasi in privato, perchè ho rispetto per gli altri, anche se, a dire la verità, mi piacerebbe molto cercare di convincere i non vegani che sono su una strada sbagliata, che appartiene ormai al passato e non ha futuro.
    Penso che essere o non essere vegano sia un fatto evolutivo. Ci sono quelli che sono in basso e quelli che si trovano più in alto nella scala del progresso umano

    • sdrammaturgo ha detto:

      Ma guarda che “Avrò il cervello in pappa a causa della mia assurda dieta (è risaputo, infatti, che vivere senza mangiar carne latte e uova è assolutamente impossibile” è evidentemente una battuta che riprende ironicamente quel luogo comune ridicolo tanto in voga tra gli onnivori.
      Ma ce vòle a capì ‘ste cose?

      • Antonio ha detto:

        Vabbè nu te incazzá, ce ne vuole, ce ne vuole. Non avevo capito bene l’ironia. Probabilmente sono abituato a leggere in stile diverso. Ma scrivi pure come ti pare

    • Fine ha detto:

      Sai perche’ non puoi definirti vegano caro Antonio anche se ti nutri come un vegano ?
      E’ che tu nel tuo micro mondo sei focalizzato sulla tua salute e te ne freghi altamente di cosa c’e’ dietro il mangiare animali, sfruttarli, usarli per vestirci, per divertirci etc etc.
      Insomma tu e i tuoi trigliceridi siete soli..
      Sono felice che non hai piu’ bisogno del collirio per la pressione oculare, sappi che io da 4 anni non ho avuto bisogno neanche una caramella per il mal di gola.. Evviva !!
      Miracoli del veganismo.
      Ma consentimi una cosa, la tua sana alimentazione non ti ha aiutato nello sviluppo dell’acume per comprendere una frase sarcastica e neanche ti ha aiutato nel comprendere quanto le nostre scelte non solo alimentari possono tentare di cambiare questo mondo assurdo.

      • Antonio ha detto:

        stai calma, e non giudicare facilmente. Potresti commettere gravi errori di valutazione!
        Mi sto quasi pentendo di aver presto parte a questo discussione. Il mio solo errore, probabilmente, è stato quello di essere stato impulsivo. Ho infatti, letto tutto in fretta, e risposto, senza soffermarmi a fondo sulla lettera sarcastica. Quindi ho risposto di getto.
        Vorrei solo rassicurarti che io sono sensibilissimo, almeno quanto te, al primo grande problema etico che deriva dal non rispetto degli animali, al meschino struttamento animale, ai problemi ambientali, economici, e naturalmente salutari. Sono stato ingenuo nel fornire un commento prosaico, ma evidentemente, visto che per me è assolutamente primario il problema etico, l’ho come per dire reso per scontato e ho solo parlato degli effetti salutari sulla mia salute. Ma lungi da me questo pensiero. Se vuoi conoscermi meglio, vai in facebook e cercami Antonio Serio. Entra nella mia pagina e capirai chi sono. Ma non ti permettere mai più di insultarmi nell’onore perchè per farlo devi essere migliore di me, e non credo che un perona che velatamente offenda lo sia! Sono una persona sensibilissima a questo problema e non mangio carne nè pesce perchè amo gli animali. Punto!

  6. La Maestra ha detto:

    Concordo con Fulvio. Un messaggio come questo arriva solo a chi già ha capito, o almeno a chi già ci sta pensando. Oltre non va. Ci sono persone a cui certi collegamenti non passano proprio per il cervello e restano urtate da messaggi che per altre rappresentano un’illuminazione. Però non credo che l’autogol sia totale, perché forse aiuterà qualcuno già ben indirizzato a fare quell’ultimo passetto.

  7. adrienne8588 ha detto:

    Sinceramente, queste reazioni me le ero aspettate tutte.

  8. Francesco S. ha detto:

    Non tutte le immagini sono adatte a qualsiasi fascia d’età. La visita al macello si può fare ma l’età deve essere quella giusta, le scene di violenza è dimostrato scientificamente possono creare danni psicologici in determinate fasce d’età.

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