Estremisti animalisti prendono le distanze da estremisti animalisti: di nuovo
di Serena Contardi
Sui due più noti social network è ormai virale lo screenshoot di un recente stato facebook di Caterina Simonsen, in cui la ragazza invita apertamente i carcerati a suicidarsi, «che il mondo senza di loro sarebbe solo un posto migliore». Così ci si scandalizza degli animalisti che setacciano senza sosta il suo profilo (pubblico) in cerca di qualche neo da diffondere, tacciandoli di pedanteria e inutile moralismo. Sono in parte d’accordo, ma questa accusa mi pare essa stessa gravida di quel male che vorrebbe denunciare. Perché è così ovunque, sono le regole dell’esposizione mediatica. Tanto più che, come sempre accade, l’attenzione morbosa degli Italiani non è stata diretta sull’argomento sperimentazione animale in sé, quanto sull’aberrazione umana de «gli animalisti» (universale generico) che si sono accaniti contro la povera fanciulla innocente: la bella e la bestia, un classico sempreverde.
Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, e se l’offensiva contro il movimento antivivisezionista è stata condotta sulla squalificazione della persona dell’avversario (perché la fatwā ha investito tutti gli animalisti), di necessità la contromossa sarà pareggiata sullo stesso calibro. Triste, forse, quanto fisiologico: d’altronde, «gli animalisti» non hanno davvero grandi mezzi per difendersi dal poderoso colpo che questa volta è stato loro assestato. Sebbene non abbiano fatto altro che dissociarsi dalle parole degli aggressori, la narrazione dominante ha completamente passato sotto silenzio questi appelli, gettando piuttosto altra carne al fuoco: dopo Caterina è il turno di Lucia, malata di fibrosi cistica, respiratore e dito medio alzato racconta a Giornalettismo (testata non neutrale) le minacce ultimamente ricevute da «gli estremisti animalisti». Ma prendiamo un bel respiro, e usciamo da facebook: chi sono questi «estremisti animalisti» che compaiono tanto di frequente sulle pagine del quotidiano on-line? Così Giornalettismo chiama anche i cinque attivisti che il 20 aprile scorso hanno occupato il dipartimento di farmacologia della Statale di Milano; ebbene essi hanno un nome, e delle facce: sono nel Coordinamento Fermare Green Hill, che ha condannato senza esitazione alcuna le offese rivolte a Caterina. Oppure sono gli scellerati di Modena che hanno liberato quei tre visoni nei pressi di un fiume? Si possono trovare facilmente, operano tra Bologna e Milano: essereAnimali, prendono le distenze pure loro. Lo stesso fanno le grandi associazioni come la LAV, o i siti antispecisti come questo, Campagne per gli animali, Gallinae in fabula, Veganzetta. Etcetera, etcetera, e mi scuso con chi ho dimenticato: tantissimi. Persino i Centopercentoanimalisti, che in fondo all’interno del movimento sono degli emarginati (e mi auguro continuino ad essero), seppure nell’unico modo in cui ne sono capaci hanno rivendicato di non riconoscersi nel trattamento riservato a Caterina. A sentire i giornalisti, sono un’estremista animalista anch’io. Non ho insultato nessuno!
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3 Responses to “Estremisti animalisti prendono le distanze da estremisti animalisti: di nuovo”Trackbacks
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[…] Due articoli al solito lucidissimi di Serena Contardi su Asinus Novus: qui e qui. […]
Bene, adesso ci aspettiamo che tutti gli esponenti del mondo scientifico pro-perimentazione che avevano chiesto alle associazioni animaliste di prendere pubblicamente le distanza dai post in cui si offendeva Caterina, prendano a loro volta pubblicamente le distanze dalle affermazioni estremistiche sui carcerati.
https://www.facebook.com/medicilimav
Comunicato stampa 31 dicembre 2013
VICENDA SIMONSEN: LA LIMAV ESPRIME SOLIDARIETA’ PER GLI ATTACCHI RICEVUTI MA CONDANNA LA STRUMENTALIZZAZIONE DEL CASO
A seguito della eco mediatica suscitata dagli attacchi online ricevuti da Caterina Simonsen, studentessa di medicina veterinaria affetta da quattro malattie genetiche, per le sue dichiarazioni a favore della sperimentazione animale, la LIMAV (Lega Internazionale Medici per l’Abolizione della Vivisezione) esprime solidarietà alla studentessa e condanna i toni violenti presi dalla discussione. L’associazione, formata da medici, biologi, veterinari e scienziati, è infatti da sempre promotrice di un dibattito educato e civile sul tema, condanna pertanto ogni forma di inciviltà con ancora più forza quando questa è rivolta a coloro che hanno opinioni diverse. Ritiene tuttavia dannoso, ai fini di una crescita costruttiva dello scambio su questo delicato tema, che l’episodio venga strumentalizzato, così come ampiamente fatto nei giorni scorsi dai principali mezzi di informazione.
La LIMAV si unisce quindi alla Dr.ssa Susanna Penco, biologa e ricercatrice presso il dipartimento di Medicina sperimentale dell’Università di Genova, nel dire no a strumentalizzazioni di qualsiasi genere: “Ho appreso del clamore suscitato in rete dalle affermazioni di una studentessa malata, con la quale condivido la sfortuna di non aver avuto la salute in dotazione – scrive la dottoressa Penco – Anche io convivo con una malattia che mi ha costretta a flebo di cortisone, a terapie pesanti, di cui alcuni lavori scientifici, tra l’altro, mettono anche in dubbio l’efficacia. Mi sconfortano le parole offensive verso la studentessa, poiché educazione e civiltà sono valori imprescindibili. Tuttavia, contrariamente a lei, troverei umiliante per me stessa farmi fotografare con una flebo attaccata alla vena: pertanto metto in rete una foto in cui appaio sorridente, anche se molto spesso sono tutt’altro che serena o in salute. Detesto le strumentalizzazioni di qualsiasi genere. Siccome sono malata mi informo, e leggo ad esempio che “non ci sono ancora cure per le forme progressive di sclerosi multipla: è un dato di fatto” (Fonte: AISM). Grazie alle mie conoscenze scientifiche – prosegue la specialista – sono persuasa che, anche per le malattie più agghiaccianti, ossia delle quali non si conoscono le cause e che riducono fortemente la qualità della vita, sia proprio la sperimentazione sugli animali ad allontanare le soluzioni e la guarigione per i malati. Sono spesso malattie croniche, che costringono i pazienti e le loro famiglie ad una vita drammatica. Inoltre, le terapie sono molto costose per il SSN. Se si abbandonasse un metodo fuorviante – sottolinea la ricercatrice – e ci si concentrasse sull’uomo, i progressi della scienza sarebbero più rapidi ed efficaci: io spero risolutivi”.
La Dr.ssa Candida Nastrucci, biochimico clinico ed esperta di metodi alternativi sostitutivi alla ricerca su animali, componente del tavolo sulle Alternative al Ministero della Salute insieme alla Dr.ssa Susanna Penco e al Dr. Massimo Tettamanti, e membro LIMAV, aggiunge che “per quanto riguarda le malattie genetiche, non è possibile determinare quali tipi di terapie avremmo potuto sviluppare usando tessuti o cellule derivati da esseri umani o dallo stesso paziente. L’uso di animali potrebbe anche aver rallentato il progresso della ricerca per trovare cure per malattie umane. Il futuro è la medicina personalizzata, che utilizza le differenze genetiche interindividuali per capire il funzionamento delle malattie umane. Per queste ragioni negli altri Paesi si investe sui metodi alternativi: per esempio, il National Institutes of Health (NIH) degli Stati Uniti ha finanziato con 6 milioni di dollari un progetto rivoluzionario per la mappatura del toxoma umano, con l’obiettivo di sviluppare test tossicologici per la salute umana e ridurre i test su animali”.
Constatiamo ogni giorno, a partire dalle dichiarazioni di Caterina Simonsen, come in Italia imperi la disinformazione riguardo l’esistenza e lo stato dell’arte di metodi scientifici alternativi e sostitutivi alla sperimentazione animale, la Dr.ssa Nastrucci aggiunge: “i metodi alternativi sostitutivi non vengono insegnati a livello universitario, le loro applicazioni, sviluppo ed uso per i ricercatori, anche nella ricerca di base, non vengono finanziati e quindi non sono disponibili, e spesso neanche conosciuti, agli studenti e ai futuri ricercatori. Gli studenti non vengono informati su cosa è disponibile nella ricerca attuale e quindi sono preda di facili strumentalizzazioni dovute a ignoranza scientifica, disinformazione, mancanza di aggiornamento dei docenti e omissioni nell’ informare in maniera imparziale sui danni della sperimentazione animale per la salute degli esseri umani. Alcuni esempi di risorse finanziarie investite per la ricerca sulle alternative sostitutive all’uso di animali che testimoniano l’inversione di rotta sono: in Europa il Virtual Liver Network è un progetto finanziato con 43 milioni di Euro e che durerà 5 anni, applica la fisiologia virtuale creando una rappresentazione del fegato umano per essere in grado di fornire dati predittivi sulla fisiologia umana e quindi essere usato per sviluppare farmaci o testare la tossicità di nuovi composti ricavando informazioni sull’essere umano e utili a ridurre le spese del sistema sanitario nazionale tedesco. In U.S. il Wyss Institute con l’Università di Harvard hanno iniziato un progetto da 37 milioni di dollari con il “U.S. Defense department” per aiutare a sviluppare 10 organi ingegnerizzati, tutti uniti in un unico sistema per replicare un “human body on a chip”, che puo’ essere usato rapidamente per valutare le risposte del corpo umano a nuovi farmaci o a potenziali danni chimici. Gli esempi sono moltissimi perché la ricerca avanza e integra conoscenze acquisite da vari settori della ricerca e li unisce per creare nuovi metodi alternativi alla sperimentazione su animali, è questo a cui dovrebbe aspirare l’essere umano, ovvero a cercare soluzioni sempre migliori usando il progresso della scienza a suo favore; restare ancorati a metodi ottocenteschi e obsoleti ormai superabili puo’ solo fermare il progresso della scienza e la cura dei pazienti.”
Tuttora si sviluppano farmaci e terapie create sul “modello animale” ovvero malattie indotte artificialmente attraverso modifiche genetiche nell’animale usato, oppure “vedendo l’effetto che fa’” la sostanza di studio in animali diversi dagli esseri umani. La LIMAV ritiene che la ricerca medica debba staccarsi dalla sperimentazione animale per poter offrire maggiori opportunità ai pazienti ed una medicina più efficace e sicura per l’essere umano, riteniamo, alla luce di sempre più consistenti evidenze scientifiche e di pubblicazioni internazionali basate su dati scientifici, che il modello animale sia un modello scarsamente predittivo per le malattie umane e quindi debba essere superato. Per esempio, inserire geni umani nel genoma di animali e poi studiarli nell’ospite non rappresenta la complessità del sistema umano e riduce la possibilità di chiarire sistemi multigenici che sono alla base di malattie complesse e specifiche degli esseri umani e quindi investigabili solo con lo studio del genoma umano attraverso campioni umani e non con l’uso di animali. Il metodo di studio che usa animali non è sufficientemente affidabile e sicuro per fornire risposte utili a malattie e patologie umane a cui è necessario rispondere con farmaci adeguati, sicuri e specifici per l’essere umano, che portino a cure efficaci, sicure e durature.
Leggi europee e internazionali impongono che i farmaci prima di iniziare un iter di sperimentazione sull’essere umano nei “Trial Clinici” obbligatori vengano sperimentati sugli animali, quindi chiedere di specificare quali farmaci sono stati testati sugli animali è inutile. Utile invece sarebbe, come propone la Dr.ssa Nastrucci, etichettare i farmaci con le specie usate e il numero di animali usati per sviluppare un farmaco poi immesso sul mercato, questo al fine di verificare il numero di animali usati dall’industria e le specie e identificare le compagnie farmaceutiche con una effettiva “policy” di riduzione del numero di animali usati, obbiettivo pertanto indicato dalle normative europee tra cui la 63/2010/EU.
Nelle prossime settimane il Governo dovrà emanare il Decreto Legislativo che cambierà formalmente la normativa del nostro Paese sulla sperimentazione sugli animali, anche detta vivisezione. Dopo un estenuante “braccio di ferro” per porre dei seri limiti alla sperimentazione sugli animali, la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva l’articolo 13 della Legge di delega europea che “restringe” la sperimentazione animale e incentiva l’uso e lo sviluppo dei metodi sostituivi di ricerca. Ci auguriamo quindi che L’Articolo 13 non venga calpestato – al momento su tredici precetti previsti nell’Articolo 13, i Ministri della Salute Lorenzin e degli Affari europei Moavero hanno stravolto o affossato ben dieci punti http://www.oipa.org/italia/2013/notizie/vivisezione.html – e che le energie di tutti siano finalizzate a permettere che una nuova pagina di civiltà sia finalmente scritta e che non venga ignorata la volontà dei milioni di cittadini e dei molti esponenti della comunità scientifica contrari a questa pratica retrograda.
Auguriamo pertanto a Caterina un futuro da ottimo medico veterinario ma con la mente aperta e la volontà e la possibilità di studiare i metodi di ricerca che non usano animali ovvero i metodi alternativi sostitutivi, metodi di ricerca scientifica che potranno portare cure specifiche per le sue malattie genetiche, attraverso anche la medicina personalizzata”.
Stefano Cagno (Medico Chirurgo, Psichiatra, Dirigente Medico Ospedaliero, Azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate, MB)
Candida Nastrucci (Biochimico Clinico e Biologo Molecolare, Ricercatore e docente, DPhil Università di Oxford, Grant Holder Fondazione Veronesi Università di Tor Vergata Roma, Presidente e fondatore di TheAlternatives.eu)
Susanna Penco (Biologo, Ricercatore e docente, Dipartimento di Medicina sperimentale Università di Genova)
Albarosa Raimondi (Medico, Vice Direttore Sanitario Ospedaliero, Milano)
Federica Nin (Psicologa, Albo degli Psicologi Regione Lombardia)
Gabriella Errico (Medico Ospedaliero, Cardiologo Pediatra)
Ornella Furlani (Psicologa, psicoterapeuta)
Elena Venco (Medico Chirurgo)
Angela Fiore (Medico Chirurgo, Pediatria, Specialista in Neonatologia, Esperto in ecografia cerebrale neonatale, Pediatra di famiglia, Piove di Sacco, PD).
Tatiana Ieri (Medico palliativista, Psicoterapeuta, Master in Bioetica, Firenze)
Maurilio Calleri (Medico Veterinario, Sanremo, IM)
Fulvia Cosentino (Infermiera Docente Universitaria Med/45)
Daniele Tedeschi (Biologo, PhD Fisiologia, Dir. Tecnic Vet Labs Italia, Citologo Clinico, membro e fondatore di CeBioFF Centro Biologico Flora e Fauna)
Bruno Fedi (Medico Chirurgo)
Novella Cappellato (Medico Veterinario Libero Professionista. Ord. Med. Vet. Padova n. 512)
Anna Maria Titon (Cardiologa)
Fabiana Sussich (Laurea in Chimica, dottorato in Chimica Biologica, Corso di specializzazione in gestione di sistemi di sicurezza)
Marika Fanelli (Medico palliativista, Lilt sez. Varesina)
Alida Rovera (Medico Veterinario, Referee ZD SIUA -Scuola di Interazione Uomo-Animale)
Marcella Barbarino (Biologa, Ricercatore farmaceutico)
Per ulteriori informazioni:
Alessandra Ferrari
Ufficio stampa LIMAV
ufficiostampa@oipa.org
Tel. 320 4056710
Dr.ssa Candida Nastrucci
TheAlternatives.eu@gmail.com
Tel. 329 8798099
Foto: Comunicato stampa 31 dicembre 2013 VICENDA SIMONSEN: LA LIMAV ESPRIME SOLIDARIETA’ PER GLI ATTACCHI RICEVUTI MA CONDANNA LA STRUMENTALIZZAZIONE DEL CASO A seguito della eco mediatica suscitata dagli attacchi online ricevuti da Caterina Simonsen, studentessa di medicina veterinaria affetta da quattro malattie genetiche, per le sue dichiarazioni a favore della sperimentazione animale, la LIMAV (Lega Internazionale Medici per l’Abolizione della Vivisezione) esprime solidarietà alla studentessa e condanna i toni violenti presi dalla discussione. L’associazione, formata da medici, biologi, veterinari e scienziati, è infatti da sempre promotrice di un dibattito educato e civile sul tema, condanna pertanto ogni forma di inciviltà con ancora più forza quando questa è rivolta a coloro che hanno opinioni diverse. Ritiene tuttavia dannoso, ai fini di una crescita costruttiva dello scambio su questo delicato tema, che l’episodio venga strumentalizzato, così come ampiamente fatto nei giorni scorsi dai principali mezzi di informazione. La LIMAV si unisce quindi alla Dr.ssa Susanna Penco, biologa e ricercatrice presso il dipartimento di Medicina sperimentale dell’Università di Genova, nel dire no a strumentalizzazioni di qualsiasi genere: “Ho appreso del clamore suscitato in rete dalle affermazioni di una studentessa malata, con la quale condivido la sfortuna di non aver avuto la salute in dotazione – scrive la dottoressa Penco – Anche io convivo con una malattia che mi ha costretta a flebo di cortisone, a terapie pesanti, di cui alcuni lavori scientifici, tra l’altro, mettono anche in dubbio l’efficacia. Mi sconfortano le parole offensive verso la studentessa, poiché educazione e civiltà sono valori imprescindibili. Tuttavia, contrariamente a lei, troverei umiliante per me stessa farmi fotografare con una flebo attaccata alla vena: pertanto metto in rete una foto in cui appaio sorridente, anche se molto spesso sono tutt’altro che serena o in salute. Detesto le strumentalizzazioni di qualsiasi genere. Siccome sono malata mi informo, e leggo ad esempio che “non ci sono ancora cure per le forme progressive di sclerosi multipla: è un dato di fatto” (Fonte: AISM). Grazie alle mie conoscenze scientifiche – prosegue la specialista – sono persuasa che, anche per le malattie più agghiaccianti, ossia delle quali non si conoscono le cause e che riducono fortemente la qualità della vita, sia proprio la sperimentazione sugli animali ad allontanare le soluzioni e la guarigione per i malati. Sono spesso malattie croniche, che costringono i pazienti e le loro famiglie ad una vita drammatica. Inoltre, le terapie sono molto costose per il SSN. Se si abbandonasse un metodo fuorviante – sottolinea la ricercatrice – e ci si concentrasse sull’uomo, i progressi della scienza sarebbero più rapidi ed efficaci: io spero risolutivi”. La Dr.ssa Candida Nastrucci, biochimico clinico ed esperta di metodi alternativi sostitutivi alla ricerca su animali, componente del tavolo sulle Alternative al Ministero della Salute insieme alla Dr.ssa Susanna Penco e al Dr. Massimo Tettamanti, e membro LIMAV, aggiunge che “per quanto riguarda le malattie genetiche, non è possibile determinare quali tipi di terapie avremmo potuto sviluppare usando tessuti o cellule derivati da esseri umani o dallo stesso paziente. L’uso di animali potrebbe anche aver rallentato il progresso della ricerca per trovare cure per malattie umane. Il futuro è la medicina personalizzata, che utilizza le differenze genetiche interindividuali per capire il funzionamento delle malattie umane. Per queste ragioni negli altri Paesi si investe sui metodi alternativi: per esempio, il National Institutes of Health (NIH) degli Stati Uniti ha finanziato con 6 milioni di dollari un progetto rivoluzionario per la mappatura del toxoma umano, con l’obiettivo di sviluppare test tossicologici per la salute umana e ridurre i test su animali”. Constatiamo ogni giorno, a partire dalle dichiarazioni di Caterina Simonsen, come in Italia imperi la disinformazione riguardo l’esistenza e lo stato dell’arte di metodi scientifici alternativi e sostitutivi alla sperimentazione animale, la Dr.ssa Nastrucci aggiunge: “i metodi alternativi sostitutivi non vengono insegnati a livello universitario, le loro applicazioni, sviluppo ed uso per i ricercatori, anche nella ricerca di base, non vengono finanziati e quindi non sono disponibili, e spesso neanche conosciuti, agli studenti e ai futuri ricercatori. Gli studenti non vengono informati su cosa è disponibile nella ricerca attuale e quindi sono preda di facili strumentalizzazioni dovute a ignoranza scientifica, disinformazione, mancanza di aggiornamento dei docenti e omissioni nell’ informare in maniera imparziale sui danni della sperimentazione animale per la salute degli esseri umani. Alcuni esempi di risorse finanziarie investite per la ricerca sulle alternative sostitutive all’uso di animali che testimoniano l’inversione di rotta sono: in Europa il Virtual Liver Network è un progetto finanziato con 43 milioni di Euro e che durerà 5 anni, applica la fisiologia virtuale creando una rappresentazione del fegato umano per essere in grado di fornire dati predittivi sulla fisiologia umana e quindi essere usato per sviluppare farmaci o testare la tossicità di nuovi composti ricavando informazioni sull’essere umano e utili a ridurre le spese del sistema sanitario nazionale tedesco. In U.S. il Wyss Institute con l’Università di Harvard hanno iniziato un progetto da 37 milioni di dollari con il “U.S. Defense department” per aiutare a sviluppare 10 organi ingegnerizzati, tutti uniti in un unico sistema per replicare un “human body on a chip”, che puo’ essere usato rapidamente per valutare le risposte del corpo umano a nuovi farmaci o a potenziali danni chimici. Gli esempi sono moltissimi perché la ricerca avanza e integra conoscenze acquisite da vari settori della ricerca e li unisce per creare nuovi metodi alternativi alla sperimentazione su animali, è questo a cui dovrebbe aspirare l’essere umano, ovvero a cercare soluzioni sempre migliori usando il progresso della scienza a suo favore; restare ancorati a metodi ottocenteschi e obsoleti ormai superabili puo’ solo fermare il progresso della scienza e la cura dei pazienti.” Tuttora si sviluppano farmaci e terapie create sul “modello animale” ovvero malattie indotte artificialmente attraverso modifiche genetiche nell’animale usato, oppure “vedendo l’effetto che fa’” la sostanza di studio in animali diversi dagli esseri umani. La LIMAV ritiene che la ricerca medica debba staccarsi dalla sperimentazione animale per poter offrire maggiori opportunità ai pazienti ed una medicina più efficace e sicura per l’essere umano, riteniamo, alla luce di sempre più consistenti evidenze scientifiche e di pubblicazioni internazionali basate su dati scientifici, che il modello animale sia un modello scarsamente predittivo per le malattie umane e quindi debba essere superato. Per esempio, inserire geni umani nel genoma di animali e poi studiarli nell’ospite non rappresenta la complessità del sistema umano e riduce la possibilità di chiarire sistemi multigenici che sono alla base di malattie complesse e specifiche degli esseri umani e quindi investigabili solo con lo studio del genoma umano attraverso campioni umani e non con l’uso di animali. Il metodo di studio che usa animali non è sufficientemente affidabile e sicuro per fornire risposte utili a malattie e patologie umane a cui è necessario rispondere con farmaci adeguati, sicuri e specifici per l’essere umano, che portino a cure efficaci, sicure e durature. Leggi europee e internazionali impongono che i farmaci prima di iniziare un iter di sperimentazione sull’essere umano nei “Trial Clinici” obbligatori vengano sperimentati sugli animali, quindi chiedere di specificare quali farmaci sono stati testati sugli animali è inutile. Utile invece sarebbe, come propone la Dr.ssa Nastrucci, etichettare i farmaci con le specie usate e il numero di animali usati per sviluppare un farmaco poi immesso sul mercato, questo al fine di verificare il numero di animali usati dall’industria e le specie e identificare le compagnie farmaceutiche con una effettiva “policy” di riduzione del numero di animali usati, obbiettivo pertanto indicato dalle normative europee tra cui la 63/2010/EU. Nelle prossime settimane il Governo dovrà emanare il Decreto Legislativo che cambierà formalmente la normativa del nostro Paese sulla sperimentazione sugli animali, anche detta vivisezione. Dopo un estenuante “braccio di ferro” per porre dei seri limiti alla sperimentazione sugli animali, la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva l’articolo 13 della Legge di delega europea che “restringe” la sperimentazione animale e incentiva l’uso e lo sviluppo dei metodi sostituivi di ricerca. Ci auguriamo quindi che L’Articolo 13 non venga calpestato – al momento su tredici precetti previsti nell’Articolo 13, i Ministri della Salute Lorenzin e degli Affari europei Moavero hanno stravolto o affossato ben dieci punti http://www.oipa.org/italia/2013/notizie/vivisezione.html – e che le energie di tutti siano finalizzate a permettere che una nuova pagina di civiltà sia finalmente scritta e che non venga ignorata la volontà dei milioni di cittadini e dei molti esponenti della comunità scientifica contrari a questa pratica retrograda. Auguriamo pertanto a Caterina un futuro da ottimo medico veterinario ma con la mente aperta e la volontà e la possibilità di studiare i metodi di ricerca che non usano animali ovvero i metodi alternativi sostitutivi, metodi di ricerca scientifica che potranno portare cure specifiche per le sue malattie genetiche, attraverso anche la medicina personalizzata”. Stefano Cagno (Medico Chirurgo, Psichiatra, Dirigente Medico Ospedaliero, Azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate, MB) Candida Nastrucci (Biochimico Clinico e Biologo Molecolare, Ricercatore e docente, DPhil Università di Oxford, Grant Holder Fondazione Veronesi Università di Tor Vergata Roma, Presidente e fondatore di TheAlternatives.eu) Susanna Penco (Biologo, Ricercatore e docente, Dipartimento di Medicina sperimentale Università di Genova) Albarosa Raimondi (Medico, Vice Direttore Sanitario Ospedaliero, Milano) Federica Nin (Psicologa, Albo degli Psicologi Regione Lombardia) Gabriella Errico (Medico Ospedaliero, Cardiologo Pediatra) Ornella Furlani (Psicologa, psicoterapeuta) Elena Venco (Medico Chirurgo) Angela Fiore (Medico Chirurgo, Pediatria, Specialista in Neonatologia, Esperto in ecografia cerebrale neonatale, Pediatra di famiglia, Piove di Sacco, PD). Tatiana Ieri (Medico palliativista, Psicoterapeuta, Master in Bioetica, Firenze) Maurilio Calleri (Medico Veterinario, Sanremo, IM) Fulvia Cosentino (Infermiera Docente Universitaria Med/45) Daniele Tedeschi (Biologo, PhD Fisiologia, Dir. Tecnic Vet Labs Italia, Citologo Clinico, membro e fondatore di CeBioFF Centro Biologico Flora e Fauna) Bruno Fedi (Medico Chirurgo) Novella Cappellato (Medico Veterinario Libero Professionista. Ord. Med. Vet. Padova n. 512) Anna Maria Titon (Cardiologa) Fabiana Sussich (Laurea in Chimica, dottorato in Chimica Biologica, Corso di specializzazione in gestione di sistemi di sicurezza) Marika Fanelli (Medico palliativista, Lilt sez. Varesina) Alida Rovera (Medico Veterinario, Referee ZD SIUA -Scuola di Interazione Uomo-Animale) Marcella Barbarino (Biologa, Ricercatore farmaceutico) Per ulteriori informazioni: Alessandra Ferrari Ufficio stampa LIMAV ufficiostampa@oipa.org Tel. 320 4056710 Dr.ssa Candida Nastrucci TheAlternatives.eu@gmail.com Tel. 329 8798099
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