Il maiale non fa la rivoluzione. Manifesto per un antispecismo debole (Sonda)
In libreria dall’8 Maggio 2013.
Gli animali, nati con l’unica sfortuna di non essere uomini, vivono vite terribili, brevi e meschine, solo perché è nei nostri poteri abusare delle loro esistenze per i nostri tornaconti. Privati dei loro rapporti col mondo, della maternità e dell’infanzia, della luce e del respiro, del correre e dell’invecchiare, sviluppano le loro brevi parabole di vita entro teche di coltivazione: non appena pronti vengono mangiati, indossati, usati per la ricerca scientifica o, se fortunati, messi tra le sbarre di uno zoo oppure esposti alla berlina in un circo. Chi ignora tutto questo forse è felice nella sua inconsapevolezza: vive pensando che i peggiori dei mali siano oggi superati e che, nonostante tutto, la nostra vita è una vita innanzitutto morale.
Per capire cosa ne è, oggi, di tutto questo dolore bisogna scrivere non da un animalisti, ma animali. La domanda che guida questo libro diventa dunque: che cosa penserebbe un maiale se avesse avuto la possibilità di indicarci la strada per quella rivoluzione che è la sua liberazione – ovvero la liberazione animale?
Un libro che è una confutazione appassionata e rigorosa di tutte le filosofie che relativizzano il dolore animale, con uno sguardo sempre attento alla società (dai cani liberati di Green Hill in Italia, a quelli sterminati in Ucraina, al nascente partito «animalista») e alle sue contraddizioni.
Un saggio di filosofia, pensato anche per il lettore non specialista, per ragionare sulla questione animale in un orizzonte morale che non sia piegato dalla violenza. Il tentativo volto definire i nuovi obiettivi del movimento di liberazione animale attraverso la definizione e la pratica dell’«antispecismo debole» – una nuova teoria, per un nuovo mondo.