L’antispecismo censura Garattini?
di Serena Contardi
Gli eventi: alcune pagine animaliste, poi appoggiate da Valter Chiappini, consigliere del Comune di Sarzana e capogruppo del Movimento 5 Stelle, hanno promosso una mail bombing per chiedere al sindaco Alessio Cavarra e alla direzione del Festival della Mente di Sarzana di impedire a Silvio Garattini di tenere il suo intervento “Invecchiamento cerebrale: un’epidemia del terzo millennio” allo stesso Festival. Come specifica Chiappini, la contestazione non verte sul contenuto della conferenza, ma sul ruolo di Garattini, «capofila della sperimentazione animale in Italia».
Insomma a Silvio Garattini andrebbe cucita la bocca neanche per le parole che potrebbe pronunciare, ma perché è un noto sperimentatore: questo Chiappini afferma, e da questo credo sia necessario prendere le distanze.
Il problema sta nel voler cucire la bocca a qualcuno, ovviamente. Se si ritiene, come i creatori dell’evento No a Garattini ospite del Festival della Mente dicono di ritenere, che le pratiche difese da Garattini non abbiano alcuna legittimità scientifica oltre che etica, nulla vieta di smentire le sue dichiarazioni faziose dopo che le avrà eventualmente proferite. O di aspettare che lo facciano altri «Luminari nel campo della ricerca, soprattutto in campo oncologico», se ce ne sono.
Solitamente, simili tentativi di mettere perentoriamente a tacere qualcuno vengono percepiti all’esterno come veri e propri atti di censura (e anche chi scrive non è molto lontana dal pensarla in questa maniera), e per opinione comune il censore è tale perché manca di argomenti. Questo si vuol far passare, che agli animalisti – tutti – non rimanga altro che additare “mostri” davanti a cui sbavare di rabbia e di ribrezzo, perché gli riesce meglio che articolare un discorso?
Certo questo è quello che vogliono far passare i sostenitori più accaniti della sperimentazione animale, e bisogna ammettere che gliene si è fornita l’occasione su un piatto d’argento. Basta leggere quanto scrive Resistenza Razionalista sul suo sito, che vanta migliaia di condivisioni ed è persino citato da esponenti politici pro-sperimentazione animale come la radicale Maria Antonietta Coscioni:
L’antispecismo (corrente filosofica concepita per trasformare in dottrina “morale” la psicopatologia animalista, imponendone i dettami alla società), malgrado si spertichi nel professarsi (a parole) un movimento che estende l’antirazzismo alle specie, dimostra immancabilmente coi fatti di consistere in una subdola, ma non meno autentica, forma di razzismo.
Ovvero, qui la volontà di zittire Garattini sembra essere fatta discendere dagli assunti stessi dell’antispecismo, una forma di razzismo rivolta contro quegli umani che non li condividono. Non solo, l’animalismo in generale è indicato come una “psicopatologia”, e dunque gli animalisti sono diagnosticati come soggetti disturbati. Animalisti, antispecisti e antivivisezionisti sono considerati sinonimi, pur non essendolo, perché quel che importa martellare nella testa del lettore è l’idea elementare che si tratti di individui pericolosi e da evitare: il livellamento delle differenze – nominate dall’articolista stesso in altri suoi testi, quando gli conviene evidenziare l’incoerenza di chi si oppone alla sperimentazione animale pur mangiando carne – è funzionale alla veicolazione di uno stereotipo negativamente sovraccaricato che possa raggiungere un bacino di lettori il più possibile ampio.
Dato il livello penoso dello scritto, qualcuno potrebbe essere tentato di liquidarlo con una risata: perché in un paese dove il vicepresidente del senato può tranquillamente insultare una donna nera chiamandola “orango”, è evidente che ci si possa permettere di sottovalutare esternazioni di questo tipo.
Più sotto, l’antispecismo viene definito una “religione”, sfruttando l’allergia che una società sempre più laicista come la nostra nutre nei confronti di ogni fede immediatamente riconoscibile come tale. L’autore non è nuovo a questo tipo di manipolazioni, e in passato si è già mostrato quali tecniche retoriche ami impiegare nella sua assillante propaganda. Ma è chiaro che esse risulteranno tanto più efficaci quanto più grande sarà lo sdegno del pubblico verso una data iniziativa, e – giustamente – quello contro un atto censorio è sempre molto alto.
L’antispecismo censura Garattini, dunque? Direi di no. La pagina facebook che si è fatta promotrice del boicottaggio conta attualmente meno di centocinquanta partecipanti: se anche fra questi vi fosse qualche antispecista, e potrebbero esservene, la Resistenza Razionalista dovrebbe spiegarci come mai si sente sempre tanto autorizzata a parlare in veste di un movimento variegato che dimostra ogni giorno di più di non conoscere. Da uno dei più conosciuti blog antispecisti italiani, la sottoscritta prende pubblicamente le distanze da questo tentativo di censura, sicura che molti altri antispecisti ritengano che l’opposizione alla sperimentazione animale possa e debba essere condotta su altri fronti.
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Condivido la presa di distanza di Serena.
brava Serena!
Adesso che lo so vado a rimpinguare il numero dei boicottanti.
Tutto il resto è demagogia e di quella ce n’è fin troppa.
E bravo il mio fascita? Quando l’olio di ricino?
ERRATA CORRIGE
fascista
Se si comprende la frase viene detto che l’antispecismo è una deriva psicopatologica dell’ animalismo. Come dire più o meno che è l’antispecismo ad essere problematico a livello psicologico, non l’animalismo (non voglio sostenere che l’antispecismo sia psicopatologico, solo volevo fare notare come la frase è stata interpretata in maniera non corretta). Per fare un paragone è equivalente a dire che lo sciovinismo è una deriva psicopatologica del nazionalismo: ovvero critica lo sciovinismo e non dà un accezione particolare al nazionalismo. Il che può essere opinabile, ma di sicuro non significa ciò che sostieni nell’articolo, ovvero che è stato definito essere animalisti e antivivisezionisti come malati mentali . E’ stato definito uno specifico comportamento di ALCUNI animalisti (e antispecisti e antivivisezionisti) come razzista. Riguardo invece la definizione di antispecismo come religione, concordo che non sia corretto formalmente. Ancora non vi è definizione univoca su cosa comporti essere antispecista, ma penso si possa defnire l’antispecismo come movimento filosofico, politico e culturale, questo senza dare accezioni positive o negative. Infine questo pezzo dimostra come l’autore non faccia di tutta l’erba un fascio, ma operi dei distinguo -> “Esorto chiunque a reagire, persino gli stessi animalisti, poiché qui non è più questione di essere favorevoli o contrari alla sperimentazione animale, qui sono i diritti fondamentali dell’uomo ad essere calpestati!
Ma immagino che quasi nessun animalista concordi, giacché solidarizzare con il nemico, quando questo ha subito un’ingiustizia, è un gesto che presuppone una nobiltà d’animo di cui ben pochi sono capaci.” PS. ti fa onore come persona prendere le distanze sulla censura alle persone. Spero che molti altri seguano il tuo esempio.
A dire il vero io non credo di aver forzato la frase: anche perché l’autore argomenta altrove che l’animalismo sia un’ipertrofizzazione patologica dell’istinto materno; dunque l’antispecismo rappresenterebbe una copertura, o almeno una “nobilitazione” teorica, se così vogliamo chiamarla, di questa stessa psicopatologia.
“antispecismo, una forma di razzismo rivolta contro quegli umani che non li condividono.”
ma è esattamente ciò che è l’antispecismo, per definizione!

questo cosa significa?
amiamoci tutti o odiamo chi mangia la carne perché compie un massacro deliberatamente?
Fate i distinguo, ma un antispecista medio (intendo il 99%) è vegetariano (probabilmente vegano)
animalista e ortodossamente avverso a tutto ciò che non rientra nella sua bibbia (perché, si, ha tutti i connotati di una religione, inutile che provate a negarlo!).
Quello che voi antispecisti non avete ancora capito, è che i cattivi maestri generano cattivi allievi e che, alla fine, gli allievi superano i maestri.Inutile nascondere la mano dopo aver lanciato il sasso.
Cosa rappresentano secondo voi quelli che vogliono censurare Garattini?
Compagni che sbagliano?
No, sono animalisti e/o antispecisti come voi!
Quindi la lettera dovete scriverla a loro, non a resistenza razionalista che ha solo messo in luce il fatto che a forza di parlare di bloccare qua, chiudere di la, liberare quello o quell altro animale, siamo arrivati ai politici che mettono in pratica ciò per cui li avete addestrati a forza di chiacchiere per anni.
E quelle idee dove le hanno mutuate, secondo Lei?
Le hanno create da soli o sono solo la logica e consequenziale elaborazione della propaganda animalista/antispecista che vede (e dipinge) l’uomo come l’unico parassita di questo pianeta?
Se andate in giro a dire che la sperimentazine animale è sbagliata perché gli animali hanno diritti blablablabla (facile dimostrare, anzi banale, che gli animali non soffrono come noi e che spesso non soffrono affatto), quindi in sostanza date contro alla sperimentazione tout court, quindi siete contro il progresso scientifico, che starebbe distruggendo il pianeta con tumori, malattie auerre negative e avvelenamento del sangue, basta poco che qualcuno con la mente semplice deduca
uomo che sperimenta o mangia carne = mostro da abbattere.
Non c’è nulla nella vostra propaganda che faccia pensare che il vostro vero scopo sia quello di vivere in armonia con gli altri animali, ma fare la guerra a chi fa il proprio mestiere nel rispetto di leggi applicate in tutto il mondo, leggi che sono la sintesi di pensieri diversi e tra loro anche diametralmente opposti, che hanno raggiunto un accordo tramite il dialogo.
Voi a questo dialogo vi opponete (quando non vi sottraete), avete già deciso che gli altri sbagliano e non intendete recedere dai vostri proclami, non avete neanche mai minimamente pensato che, forse, state sbagliando o esagerando, siete testardamente convinti di essere nel giusto e che un giorno tutti capiranno che avete ragione.
Il prossimo episodio che dovrete censurare, forse, potrebbe essere quello di un Garattini aggredito mentre esce da casa, la sua auto incendiata, la sua famiglia minacciata, e tutto perché?
Perché voi non avete le palle di assumervi la responsabilità di aver creato bersagli con la vostra propaganda e quando qualcuno ha preso sul serio le vostre parole (che in sostanza significano guerra allo sperimentatore) avete pensato bene di ritrarre la mano, condannare l’accaduto e scaricare la responsabilità su chi vi ha presi alla lettera (l’avete già fatto su questo blog cercando di dimostrare che sfasciare un laboratorio di chimica, uccidendo animali e anni di ricerca, fosse solo disobbedienza, quando è un atto CRIMINALE che andava condannato con tutta la forza possibile, ovviamente non potete, loro sono voi e voi siete loro!).
Troppo facile.
Ben venga la presa di distanza, ma oltre quella dovrebbe esserci l’assunzione di responsabilità:
se la tua propaganda si basa sull’affiggere cartelli in cui mangiare pollo viene paragonato a mangiare un bambino umano, beh, non so come spiegarvi che state facendo un errore, uno di quelle gravi, che un giorno vi si ritorceranno contro.
Non dite poi che voi non c’entravate…
Il sasso lo avete lanciato voi, quindi i responsabili siete voi, non i soldatini che fanno il lavoro sporco al posto vostro.
Abbiamo tutti studiato, è il 2013, credete di ingannarci con poliziotto buono/poliziotto cattivo?
In sostanza, volete salvare l’antispecismo?
Bene, smettete di fare propaganda contro la sperimentazione, soprattutto contro CHI sperimenta e studiate alternative VERE, VALIDE.
A quel punto potrete vantarvi di essere un movimento pro qualcosa, per ora siete solo contro me in quanto umano, la mia salute, il mio futuro, il progresso della scienza.
Siete razzisti, è un dato di fatto, accettatelo.
Vedo che si è sfogato: bene, almeno non potrà fare a meno di riconoscermi una qualche funzione sociale.
Vedo che evita, come previsto, il confronto, preferendo cercare di vendersi come persona sagace.
Fossi in Lei non mi vanterei di avere come ruolo quello del pompiere, che deve spegnere gli incendi creati dai compari più dediti all’azione che al pensiero, come un Lupi qualsiasi.
Io, nel mio piccolo, mi limito a constatare che non smentisce la mia tesi, che, per quanto si sforzi, animalismo, antispecismo, ecologismo d’assalto e liberazione animale (in sostanza furto) sono facce della stessa medaglia, e lo conferma anche il vostro blog in cui più volte i termini animalismo e antispecismo vengono usate insieme, come se l’uno fosse conseguenza diretta dell’altro.
Perché sono uno emanazione diretta dell’altro: in un post di questo blog riportate la definizione (di comodo) dell’animalismo secondo l’enciclopedia treccani (suppongo definizione di una teccani di almeno 25 anni fa – 1987 se non sbaglio – ergo inutile!) come “chi, per amore verso gli animali, interviene attivamente in loro difesa contro maltrattamenti e in genere comportamenti che procurino loro sofferenze e ne limitino la libertà”.
In realtà, sapete bene anche voi, che è ormai tutt altro.
É un insieme di discipline che vanno dalla filosofia (spicciola, che si è ritagliata assiomi da cui derivare tutta la sua linea di pensiero, senza considerare tutti gli altri che la confutano) alla politica (Chiappini mica sta lì a caso, mica fa quelle uscite perché è un singolo che da voce alla propria idea, sta lì perché è portavoce ANCHE VOSTRO), dall’antispecismo inteso non come supermaneto delle differenze, ma come linea di demarcazione fra umani buoni e umani cattivi, alla liberazione animale, a quello che di fatto è CRIMINALITÁ.
Ho letto su questo blog “I meriti degli animalisti, che nessun mefistofelico “antispecista politico” intende sminuire [2], non dovrebbero portare a negare un problema che esiste, ed è centrale” … “Da una parte gli eroi, dall’altra i mostri. Come molti, troppi animalisti, Yourofsky dichiara a gran voce di empatizzare con le vittime assolute di questo sistema, e di non conoscere pietà per i loro carnefici. ”
Bene, forse se lo sapete anche voi che è così, sarebbe il caso di porre un freno alla pazzia, invece di alimentarla con boiate come ” i cinque attivisti di Milano coraggiosamente impegnati nella disobbedienza civile e i simpatizzanti del PAE”.
Non erano 5 attivisti, erano 5 criminali, o, se proprio vogliamo essere buoni, 5 idioti che credendo di fare del bene – convinti da chi? non certo da me, ma da chi ha fatto della liberazione animale una bandiera -, hanno combinato un disastro gigantesco, di cui, purtroppo, non pagheranno loro le conseguenze, ma i malati e i ricercatori che hanno visto il loro lavoro distrutto.
Contenta Lei…
Non voglio vendermi come sagace: ho scritto tanto su questo blog che ognuno potrà decidere per sé se lo sono o se non lo sono – e se non lo sono, pazienza. Neanche mi sottraggo a un confronto, quanto a una rabbiosa requisitoria del tipo di quelle che ci ha già imposto in passato, limitandomi a farle presente che in questa sede, al contrario di quanto dice, animalismo e antispecismo non sono affatto presentati come intercambiabili:
http://asinusnovus.wordpress.com/2013/07/25/la-guerra-civile-animalista/
http://asinusnovus.wordpress.com/2013/08/08/lantispecismo-uno-nessuno-centomila/
Si calmi.
Tranquillo walterstù, la porchetta non te la tocca nessuno, la legge te la garantisce.
“Animalisti, antispecisti e antivivisezionisti sono considerati sinonimi, pur non essendolo”
Giustissimo, è una generalizzazione ingiusta, un po’ come quando si parla di vivisezione e non di sperimentazione animale.
Tuttavia questo articolo mi sembra solo che serva a rigirare la frittata, lei dice che si cerca di far passare gli animalisti come mostri, decerebrati o psicopatici; spero che si renda conto che è esattamente ciò che è successo negli ultimi mesi ai ricercatori italiani, ritratti come corrotti, sadici e assassini.
In ogni caso se non è l’ antispecismo che tenta di censurare il professor Grattini, a chi o cosa si può attribuire questo gesto? Gli animalisti? L’ignoranza? Una pessima combinazione di entrambe le cose?
Se ha letto altro di mio (ma non glielo auguro), saprà che io non parlo mai né di vivisezione né di vivisettori sadici e assassini. Molto semplicemente, attribuisco questo tentativo di censura a quelli che l’hanno messo in atto, così come non credo che sostenere la sperimentazione animale conduca teleologicamente a ritenere me una persona disturbata.
forse sostenerla non fa di “te” una persona teleologicamente disturbata, ma praticarla sicuramente si.
Sono assolutamente d’accordo a NON permettere a Garattini la sua presenza al Festival della Mente. Trovo il vostro, un buonismo fuori luogo. Lui, il vivisezionatore per eccellenza, non merita di presenziare al Festival di Sarzana
Non è buonismo, quanto allergia alla forca.
In linea di massima condivido l’articolo, anche se non direi che questa iniziativa sia proprio cattiva. Cioè, mettiamo che un famoso storico che è anche noto come estremo sostenitore del nazismo hitleriano viene chiamato in Italia per partecipare ad un congresso in cui si parla di storia in generale, e mettiamo che la comunità ebrea protesti contro la partecipazione di questo tipo, io credo che molti cittadini probabilmente condividerebbero, o almeno capirebbero, senza criticare e accusare di censura, i motivi degli ebrei, io comunque li capirei e non li criticherei. Nel caso di Garattini, stiamo parlando del principe della SA in Italia, quindi la situazione non è molto diversa. Solo credo bisognerebbe valutare i pro e i contro di ogni azione. In questo caso mi pare che l’unico risultato positivo che si possa ottenere è togliere popolarità, almeno in parte, ad un noto sostenitore della SA. Però c’è anche il rischio di essere percepiti dal pubblico come un gruppo estremista e intollerante, e questo è abbastanza grave per la causa. Poi che i fanatici della SA ci accusino di estremismo non è una novità, lo stesso è successo con l’azione all’università di Milano, tanto per dire, è questa la vera intolleranza secondo me, solo che in alcuni casi (come in questo) possono sembrare più credibili nelle loro accuse e allora forse sarebbe meglio evitare di passargli materiale per diffamarci.
Il paragone non regge, quello esatto sarebbe di uno storico sostenitore del nazismo hitleriano che viene a parlare di storia ne medioevo, la comunità ebraica non avrebbe alcun diritto di zittire. Poi si sta parlando del sostenitore di una pratica legale mentre nel secondo caso di odio razziale (e l’incitamento all’odio razziale è punito dalla legge Mancino).
ciao, il mio commento ovviamente era rivolto agli attivisti e non intendevo aprire un dibattito nel senso da te proposto. Ne approfitto comunque per fare un esempio che forse rende meglio l’idea. Perchè il Garattini non solo è il principale rappresentante e sostenitore della SA in Italia, ma è anche a capo di un grande istituto che pratica SA, credo il principale in Italia. Mettiamo allora che in qualche paese vi sia un famoso ricercatore, noto anche per le sue idee antisemite, a capo di un importante istituto di ricerca sotto accusa per aver compiuto esperimenti cruenti su ebrei. Mettiamo che questo ricercatore viene in Italia invitato a partecipare a questo stesso congresso dove è stato chiamato il Garattini e la comunità ebrea italiana protesti per questa cosa. Ora, da un punto di vista puramente filosofico, posso dire che gli ebrei sicuramente non avrebbero il diritto di protestare. Ma comunque, se faccio un piccolo sforzo e cerco di mettermi nei loro panni, posso dire che capirei e condividerei le loro ragioni e di sicuro non direi che siano dei fanatici esaltati e non li accuserei di censura. Perchè invece se la stessa cosa viene fatta dagli animalisti questi sono accusati di essere dei fanatici esaltati? Si può non essere d’accordo sui motivi etici che sono alla base di queste azioni e discutere su questi, ma da un’azione di questo tipo non ne dovrebbe derivare direttamente l’accusa di estremismo e censura, secondo me. Come ho detto, per me il problema è che un’azione del genere comunica al pubblico una pessima immagine del movimento animalista e non favorisce un dibattito maturo sul trattamento degli animali.
Non esiste un istituto di ricerca dove non si faccia SA (o per lo meno saranno più del 90), che sia su topi, mosche, vermi o pesci (o cellule che derivano da questi). Il fatto che un comunicato stampa di un politico faccia trapelare con tanta noncuranza che si può benissimo fare ricerca in biologia senza animali oggi (assurdità, la sessa fonte citata da Chiappini, la glaxo, in una pagina principale un capitolo intitolato “why is animal research necessary” http://www.gsk.com/research/our-use-of-animals/frequently-asked-questions.html, la ricerca invece del national council è del 2007 e parla solo di tossicologia) è pura ciarlataneria. Come diceva Walter un genitore dovrebbe riconoscere i danni del figlio, da chi ha preso queste idee Chiappini? Se avesse veramente letto le fonti che dicono “A” direbbe “A”, invece dice “b”.
Il paragone dell’antisemita regge solo se si considera l’SA come eticamente sbagliata, ma questa è una vostra opinione, che invece non sta in piedi quando si pensa a cosa è consentito e cosa non lo è. Se non si può sperimentare su ciò che “soffre” allora io in coscienza non potrei neanche sperimentare sui batteri, perchè soffrire non è solamente legato al cervello, ma alle reazioni delle nostre singole cellule. E questo non è una mia opinione.
“Visto che tanto soffrono anche i batteri, allora tanto vale sperimentare anche sui topi”. Logica spettacolare.
> Il paragone dell’antisemita regge solo se si considera l’SA come eticamente sbagliata, ma questa è una vostra opinione, che invece non sta in piedi
appunto, comedicevo il problema secondo me è capire se le ragioni etiche che sono alla base di tale azione siano lecite o meno, e non condannare l’azione in quanto tale e solo perchè messa in atto da animalisti.
Intervengo brevemente, cercherò di essere breve:
1) In prima istanza mi aggiungo all’appello accorato di Serena Contardi: l’opposizione alla sperimentazione animale deve essere fatta attraverso differenti metodologie e non con sterili tentativi di censura.
Non solo perchè il dialogo è sempre l’opzione preferibile ma anche per rispetto verso la persona, in questo caso il sig Garattini che, per quanto riteniamo esponente di comportamenti immorali e riprovevoli, ha il diritto di esprimere la propria opinione, in qualsiasi caso ed in qualsiasi ambito.
E’ lecito (altri direbbero legittimo) scandalizzarsi, ma sempre dopo che qualcuno ha espresso un’idea e/o un parere.
2) Come secondo punto vorrei lanciare una piccola provocazione, secondo me efficace, che andrebbe affrontata con serietà: siamo davvero sicuri che l’unico modo per confutare le tesi riguardanti l’assoluta necessità della SA sia mostrando potenziali (concreti o meno, attualizzabili o meno) metodi alternativi?
Personalmente ho parlato con diversi amici/parenti (alcuni anche ricercatori!) tutti sostenitori della sperimentazione animale e, dopo qualche tempo, il dialogo si bloccava su un “nodo” concettuale difficile da sbrogliare: loro sostenevano ardentemente che non esistano metodi alternativi a quelli tutt’oggi utilizzati mentre io provavo ad abbozzare qualche soluzione alternativa con , lo ammetto, scarsa convinzione (vuoi per la mia formazione non scientifica rispetto al loro lavoro/campo di studi).
Ora, dato che questo “nodo” è effettivamente poco risolvibile, ho deciso di porre la questione sotto un punto di vista differente che, a mio modo di vedere, rappresenta l’unica e vera argomentazione, per quanto “estremista che sia, contro la sperimentazione animale.
Ciò su cui faccio leva sono motivazioni etiche, ovviamente.
In breve: io sono contro la sperimentazione animale perché non riconosco né accetto che il benessere dell’Uomo sia messo al centro di ogni questione, perché non riconosco né accetto che migliaia di animali siano sacrificati per salvare una persona umana. E’ un prezzo troppo alto da pagare, troppo sangue animale viene superficialmente sparso.
Non protesto contro la SA invocando chissà quali metodi che ho letto su un articolo e di cui non conosco, ad essere sinceri, la vera utilità e spendibilità. Non mi interessa ribattere e confrontarmi su questo piano bensì vado all’origine della questione provando così ad estirparne il vulnus originario.
La mia semplice critica non investe le modalità della SA ma la sua base ovvero quell’ideologia antropocentrica che mette l’animale umano al primo posto e al quale tutto sacrifica in suo nome.
Anche se la SA risultasse oggettivamente efficace e portasse nuove cure agli animal umani, io rifiuto eticamente queste potenziali cure poichè troppe vite sono state spente per ottenerle e questo, mi dispiace, non posso accettarlo in nessun modo.
A tutti quelli che mi dicono che la SA è utile per il benessere dell’umanità, io rispondo tranquillamente che non voglio questa paventata utilità, che ne faccio volentieri a meno, che preferisco vivere la mia vita e perire piuttosto che vivere ancora per qualche anno con la consapevolezza che questo mio beneficio è costato la vita di migliaia di animali.
Ovviamente questa mia posizione per essere capita tout court dovrebbe essere inserita in quell’idea di Etica e di Rispetto universale che ho suggerito in un mio breve intervento presente proprio su Asinus Novus (“Verso un’etica universale di rispetto e cura della vita).
Mi scuso per l’OT,
Alessandro