La scelta di Gengi

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Il dialogo che segue si è svolto in un posto particolare, una casa di reclusione cioè un carcere per condanne definitive, spesso lunghissime, a volte a vita. Il carcere, dove gli animali umani che hanno deviato vengono rinchiusi senza mezzi termini, ricorda i luoghi dove gli animali non umani vengono sfruttati senza mezzi termini. Sbarre gabbie muri senza finestre filo spinato.
Riporto qui le idee di Gengi, che in questa situazione pesante, prigioniero, trova il tempo per pensare, per osservare il mondo con le sue ingiustizie, trova un cammino di consapevolezza, trova se stesso, animale solidale con altri animali.

Qual è, Gengi, il tuo rapporto con gli animali?

Ci sono nato animalista! Li amo da sempre. E ora sono vegetariano, non li mangio più da un mese e mezzo, ed evito anche latte e uova.

Cosa intendi per animalista?

Noi siamo solo ospiti. Il mondo è stato creato per gli animali. Poi da ospiti noi umani siamo diventati padroni. Comportandoci da padroni non facciamo altro che distruggere.

Ma tutti tutti ci comportiamo male? Gli umani sono animali, non credi?

Siamo la brutta parte degli animali. Abbiamo fatto estinguere bestie che ora non esistono più. Solo per una stupida festa massacriamo miliardi di animali. Voglio dire, le celebrazioni religiose, quando si festeggia portando in tavola questi poveri esseri solo per il piacere di farlo. Poi lo sport della caccia! Mi chiedo se quello è uno sport….. Dovrebbe essere un uomo contro un leone; poi però gli animali non provano antipatia, cattiveria, non hanno niente contro gli umani, non vanno in giro uccidendo senza motivo o peggio divertendosi, odiando la vittima.

Qual è, secondo te, la differenza tra animali umani e non?

Si dice che noi siamo extraterrestri, che abbiamo qualcosa che non è di questo pianeta. Forse è così. Comunque sì, ci sono delle differenze; spesso noi ragioniamo troppo mentre gli animali si basano sui propri sensi. Non è detto sia sbagliato. Gli umani sono creativi, ma spesso creano malessere, violenza, sopruso.

Quindi gli animali provano gioia e dolore. In questi termini, dov’è la differenza?

Credo siano migliori di noi. Non ho fiducia nell’umanità.

Perché sei arrivato a questa conclusione? Cosa ti colpisce di più?

Vedo stermini e guerre. Penso alle crociate con la scusa della fede. Penso alla religione che copre obbiettivi materiali di ricchezza e dominio. Penso alle streghe bruciate vive con la scusa di purificarle. Ecco, è terribile usare la violenza credendo di creare un mondo migliore. Siamo sempre stati alla ricerca della perfezione e abbiamo solo generato caos. In cento anni l’ambiente è stato distrutto per fare le case. S’inquina per l’energia, con la speranza di diventare più felici, magari anche in buona fede; poi però arrivano i tumori ma non ci si rende conto dell’errore. Ripeto, spesso in buona fede, e questo fa ancora più paura.

Qual è in questo quadro la posizione delle culture di minoranza, i popoli aborigeni per esempio?

Il dominio viene dall’uomo bianco occidentale. Agli africani, per esempio, è stata imposta una religione non loro in cambio di cibo. Mi spiego: i neri ridotti alla fame sono stati costretti ad abbandonare il loro culto naturale – l’animismo, ne abbiamo parlato insieme studiando geografia – per mangiare e in cambio di quello che i bianchi considerano progresso, le tecniche di coltura e allevamento che devastano l’ambiente. Non esistono più le religioni animiste: rimane solo la globalizzazione di riti e usanze. Vengono considerati inferiori, ma il nero della pelle non è altro che la protezione dal sole tropicale, la melanina.

Sei mai stato razzista?

Io?! Tra un’umanità bianca e una nera, scelgo un’umanità nera. Sono fatto a piramide. In cima antirazzista e animalista, poi ambientalista, poi femminista. Penso che le donne non combinino i disastri tipici degli uomini bianchi occidentali.

In sintesi, se si è fuori, del tutto o in parte, dal sistema di dominio maschile-bianco-occidentale, si commettono meno ingiustizie verso gli animali umani e non?

A questo punto, direi di sì.

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